Briatore, lo show in Bocconi: “ Guadagno per rendere gli altri felici”

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Flavio Briatore alla conferenza in Bocconi

Milano – Martedì, alle ore 18.00, Flavio Briatore ha varcato la porta dell’Aula Magna Gobbi della Bocconi per presenziare ad una conferenza intitolata “Il manager del domani tra teoria e prassi”. A moderare il suo intervento due professori dell’università: Francesco Perrini e Carmelo Cennamo. Il tutto è stato presentato da Mauro di Benedetto, uno dei giovani organizzatori dell’evento che ha riscosso fin da subito un incredibile successo, oltre qualsiasi previsione. Sono stati più di 3600 gli studenti, bocconiani e non, che hanno registrato il proprio nome sulla pagina Facebook dell’evento per poter vedere e sentire il Boss di The Apprentice dal vivo. Per questo si è dovuti passare ad una seconda selezione. Dalle 14.00 di lunedì sono state inviate 1200 mail in 10 minuti per soli 400 posti, oltre ai 15 riservati ai vincitori del contest #chiediloalboss: sono quindi state attrezzate anche due aule per la diretta streaming.

TEORIA vs PRATICA. Briatore entra subito nel vivo della questione e spiega come ciò che viene insegnato tra i banchi di scuola sia completamente diverso dalla realtà lavorativa ed imprenditoriale: “Tutte le teorie hanno un senso, ma quando uscite di qua andate nella giungla. Il 90% sono bad business. Gente infarinata di teoria è piena di idee che nella realtà non esistono.” E ancora: “Quando uscite da queste aule, la realtà è molto diversa da quella che studiate. Dove andate a lavorare? Ad Alitalia o alla Fiat dove devono licenziare 3000 persone?”. Secondo Briatore, insomma, il buon manager è quello capace di affiancarsi ai ragazzi, di proteggerli e di farli crescere in un ambiente che funziona. “Mi ricordo le facce di tutti i miei giovani dipendenti: quando vedo in un ristorante quello che indossava la giacca bianca con la giacca scura, vuol dire che da lavapiatti ora è in sala. Questo è il successo: non è che per fare successo bisogna essere tutti miliardari.” Briatore in cattedra dispensa anche insegnamenti di vita alla giovane platea, visibilmente coinvolta: “Non bisogna essere gelosi degli altri, la felicità è quando fai il tuo lavoro e lo fai bene, qualunque lavoro sia”.

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IMPORTANZA DELLA GAVETTA. I ragazzi non possono pretendere di avere tutto e subito. Il messaggio di Flavio Briatore è quello di non rifiutare alcuna offerta lavorativa, perchè non si puó pretendere di ricoprire ruoli manageriali senza avere alcuna esperienza. Dall’altra parte il mondo del lavoro deve dimostrarsi più aperto: infatti, quello che più manca ai giovani sono fiducia e nuove possibilità: “Alle banche non devi neanche restituire niente, perché i soldi non te li danno. Questo è il problema dei giovani, non si creano situazioni”. E ne approfitta per lanciare una proposta: contratti determinati a 1200€ al mese da maggio ad ottobre, in modo da garantire libertà di assunzione per le imprese e possibilità di accumulare esperienza ed ottenere una retribuzione per i giovani durante l’estate.

IL MANAGER DEL DOMANI. Secondo Flavio Briatore, l’imprenditore non deve essere un pazzo o un visionario, “perché di Steve Jobs ce n’è stato solo uno”. Il manager deve, invece, leggere il futuro ed avere intuizione, cercando di trovare la migliore tecnologia per la sua azienda e di mantenerla competitiva sui mercati. A questo proposito Briatore parla della sua esperienza come direttore e amministratore delegato di Renault Sport: una delle più grandi soddisfazioni è stata quella di produrre un motore 23-24 kg più leggero rispetto ad altri con la stessa potenza. Questo, perché sono riusciti a trovare un centro di sviluppo di materiali per l’aeronautica in California. l segreti dei due campionati del mondo vinti da Fernando Alonso nel 2005 e nel 2006 sono proprio questi: pianificazione, dedizione, la compattezza e la forza del team, a partire dagli operai in fabbrica fino agli ingegneri.

Prima di tutti, infatti, ha importanza chi ricopre ruoli più umili: “Quando vado in un mio ristorante saluto subito il lavapiatti: se non ci fosse lui, dove mangerebbero gli ospiti?”. Briatore parla anche della sua vita e di come il mondo del management sia imprevedibile ed altalenante: “Sono stato un bambino, senza soldi. Poi ho fatto soldi, poi li ho persi, poi li ho rifatti, poi non li riperdo più”. Gli spunti della conferenza sono numerosi, ma sicuramente spicca la riflessione sul ruolo sociale ed umano del manager: “Credo che chiunque voglia fare i soldi: uno da grande vuole essere ricco, nessuno dice che vuole essere povero.  Se sei imprenditore e fai profitto risolvi gran parte dei problemi della gente che lavora con te, non solo i tuoi. Secondo me le cose che funzionano le devi vedere quando puoi pagare gli stipendi a chi lavora con te, quando puoi fare gli investimenti, quando chi lavora per te può farsi un mutuo, comprarsi una macchina”.

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POLITICA. C’è spazio e tempo per scagliarsi anche contro il mondo politico: “Sono tutti fenomeni, si riuniscono ogni giorno ma non esce mai una cosa logica. Solo parole, parole, parole. L’approccio dovrebbe essere questo: mercoledì si fa così, finito.” Tuttavia, per Briatore il problema più grande è la burocrazia: questo sarebbe il motivo per cui nessuno vuole più investire in Italia. Come esempio di ciò, egli riporta la sua esperienza diretta: per ottenere tutte le licenze necessarie per costruire il primo Billionaire in Sardegna (“Andavo in Sardegna, non c’era un posto in cui mi divertivo e ho detto: ne faccio uno io”) ha dovuto aspettare 6 anni. Tempi lunghissimi, sovrapposizione di ruoli e funzioni sono nel mirino di Briatore. Egli apprezza, invece, la spinta innovatrice e le proposte di semplificazione del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, pur continuando ad auspicare la realizzazione di una “rivoluzione fatta col sangue”. Peraltro, a proposito degli 80€ che finiranno nelle busta paga dei lavoratori con uno stipendio inferiore ai 1200 euro al mese, Briatore dichiara: “Fanno la differenza ma ci sono state così tante parole per questi 80 euro che gliene dovrebbero dare almeno altri 80 subito.”

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