Filippine – Il suo nome scientifico è “Rinorea Niccolifera“, all’apparenza in un’innocente vegetale dalle foglie verde brillante e dai germogli teneri e arrotondati. In realtà, nella profondità della terra in cui immerge le sue radici, il mite arbusto nasconde un potere a dir poco sorprendente: questa pianta è infatti in grado di assorbire dal terreno circostante ingenti quantità di metalli pesanti, e in particolare di nichel, un metallo estremamente pericoloso per gli esseri viventi. Questa eccellente proprietà fa si che i ricercatori l’abbiano classificata come un “iper-accumulatore vegetale”.
LEGGI ANCHE: L’aloe e le sue incredibili proprietà antitumorali
Tali specie di piante sono estremamente rare in natura: ne sono state infatti scoperti fino ad ora solo poco più di 400 esemplari, che costituiscono un’esigua percentuale rispetto alle oltre 300mila specie presenti in natura. In particolare questa pianta, scoperta sull’isola di Luzon, in un territorio altamente inquinato dalla presenza di nichel, è in grado di accumulare fino a 18 milligrammi di metallo per ogni chilogrammo di materia vegetale. L’autore della scoperta si chiama Edwino Fernando, dell’Università di Los Banos, lavorava da tempo alla ricerca che è stata pubblicata su “Phytokeys“, e foraggiata dal Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Consiglio Filippino per industria, energia e lo sviluppo di tecnologie alternative. L’enorme percentuale di nichel assorbita dalla pianta fa pensare ad un suo possibile impiego, in futuro, nell’ambito della bonifica dei terreni.
LEGGI ANCHE: 7 metodi naturali per purificare i polmoni dal fumo
Augustine Doronila dell’Università di Melbourne, co-partecipante al progetto, a tal proposito ha dichiarato che questi cosiddetti accumulatori vegetali possono essere facilmente impiegati sia in quello che in gergo viene definito “fitorisanamento“, sia nell’ambito del “phytoming“. Il primo rappresenta, appunto, una nuova tecnologia di bonifica, che sfrutta le capacità di queste piante di estrarre i metalli dal terreno, senza che il vegetale stesso risulti inquinato dalle sostanze velenose. Il phytoming è, invece, il principio mediante il quale si spera di poter recuperare i metalli dai terreni che ne sono pregni, mediante coltivazioni di queste speciali piante.