“Laura C” in bonifica: chiude la fornitura di tritolo della ‘ndrangheta

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Reggio Calabria – La Laura Cosulich ha dato accesso alla ‘ndrangheta una fornitura di tritolo per varie tonnellate fin dal siluramento della nave, avvenuto nel 1943. Da allora, l’imbarcazione è rimasta nelle acque calabresi ed ha permesso alla mafia locale di reperire l’esplosivo contenuto nelle sua stiva per utilizzarlo secondo i propri scopi. Tutto ciò è stato possibile con delle semplici immersioni subacquee, ma il sito sta per essere bonificato una volta per tutte. Infatti, è già stata avviata la procedura predefinita da Procura e Prefettura di reggio Calabria.

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Il recupero del sito consiste nello svuotamento delle camere che contengono ancora ingenti quantità di tritolo: solo negli scorsi giorni sono stati portati alla superficie ben 121 panetti di tritolo. Il materiale è stato strappato alle acque marine così come vi è sprofondato per questi 60 anni, ad oltre 50 metri di profondità. Il preconfezionamento del tritolo in “saponette” già pronte per essere usate permetteva ai mafiosi calabresi di utilizzare quest’esplosivo con il minimo sforzo: bastava inserire un detonatore al centro del foro già praticato ed azionare il congegno elettronico.

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Il tritolo si è conservato in condizioni perfette, nonostante sia passato poco più di mezzo secolo ed abbia dovuto convivere con una pressione che un normale essere umano stenterebbe a sopportare. Una volta svuotato definitivamente il bacino della Laura Cosulich, ribattezzata “Laura C“, si procederà alla cementificazione della nave, secondo quanto disposto dalla Procura e dalla Prefettura locali. In questo modo, nessuno potrà più utilizzare quel tritolo immergendosi nelle profondità marine che circondano la calabria, tanto meno la ‘ndrangheta. Purtroppo, però, interventi di questo tipo arrivano sempre troppo tardi.