Italia, è boom di analfabeti: è disfatta in campo culturale

In Italia l’indagine, condotta in collaborazione col Ministero del Lavoro, contestualmente a OCSE/OCDE e agli altri 23 Paesi, mette a disposizione i dati nazionali e le relative elaborazioni, prendendo in considerazione le competenze fondamentali per la crescita individuale: la partecipazione economica e l’ inclusione sociale (competenze linguistiche o literacy) e quelle per affrontare e gestire problemi di natura matematica nelle diverse situazioni della vita adulta (competenze matematiche o numeracy). Secondo i dati PIAAC, si conferma l’alto tasso di illetteralismo italiano. Le competenze degli adulti italiani sarebbero ben al di sotto della media degli altri Paesi, fenomeno che potrebbe drammaticamente contagiare le nuove generazioni.

Le informazioni messe a disposizione dall’indagine sono ricche e molteplici. L’inchiesta sulle competenze degli adulti (PIAAC) pone l’ Italia all’ ultimo posto nella graduatoria dei Paesi partecipanti rispetto alla percentuale degli individui intervistati, che ottengono un punteggio al livello intermedio (3) o superiore (4 o 5) nella scala delle competenze linguistiche. In particolare, solo il 3.3% degli adulti italiani raggiunge livelli di competenza linguistica 4 o 5 – i più alti – contro l’11.8% della media dei 24 Paesi partecipanti ed il 22.6% del Giappone, Nazione che occupa la  testa della classifica. Il 26.4% raggiunge il livello 3 di competenza linguistica, mentre il 27.7% degli adulti italiani possiede competenze linguistiche di livello 1 o inferiore, contro solo il 15.5% della media dei Paesi partecipanti.

Per quanto riguarda le competenze matematiche, solo il 4.5% degli adulti italiani ha competenze di livello 4 o 5, il 24.4% ottiene il livello 3, mentre il 32% degli italiani ha competenze di livello 1 o inferiore, contro solo il 19% della media dei 24 Paesi. Per entrambe le aree di competenza, in Italia la proporzione degli intervistati con un punteggio corrispondente al livello 1 o inferiore è tra le più elevate. Tuttavia ci sono forti differenze tra le regioni italiane, e nel Nord-Est gli Italiani risultano essere tra i migliori al mondo in matematica, scienze e lettura. 

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Un quadro preoccupante, aggravato da una crisi economica devastante che ha portato ad un taglio drastico dei consumi culturali e dell’acquisto di libri. Nel 2013, oltre 24 milioni di persone dai 6 anni in su dichiarano di aver letto, nei 12 mesi precedenti l’ intervista, almeno un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali. Rispetto al 2012, la quota di lettori di libri è scesa dal 46% al 43%. A questo bisogna aggiungere il sostanziale fallimento della burocratica scuola italiana, che non inocula nei giovani l’amore per la lettura e la cultura (incrementando, così, la percentuale degli analfabeti nella nostra Nazione) e che si trova in uno stato emergenziale permanente, priva di adeguate risorse economiche e con un corpo docenti sempre più anziano e demotivato.

Gli Italiani sono, poi, esposti massicciamente alle nuove tecnologie e alla televisione che sembra sottraggano significativamente tempo alla lettura, al dialogo familiare e alla riflessione, veicolando un modello passivo d’ intrattenimento. Se poi facciamo anche fuggire i nostri migliori cervelli (oltre centomila in cinque anni) e non poniamo al centro dell’ agenda politica questa vera e propria emergenza sociale, non ci sarà riforma economica e istituzionale che possa ridare al nostro Paese la speranza di uno sviluppo sano e duraturo.