La follia della BCE, bloccata dai vincoli dell’ UE

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Tassi centrali dell’ euro zona ai minimi storici: lo 0,15% e per la prima volta tassi negativi sui depositi delle banche presso la BCE (-0,10%). L’ ultima decisione di Draghi porta il costo del denaro a rasentare lo 0%. In sostanza, le banche potranno acquistare denaro dalla BCE senza costo e dovranno pagare una penale dello 0,10% sull’ eccesso di liquidità che hanno parcheggiato (digitalmente) presso la Banca Centrale (circa 125 miliardi). Soprattutto, però, la BCE offrirà agli istituti bancari un ulteriore prestito di 400 miliardi al tasso dello 0,25%, rimborsabile con scadenze comprese tra i due e i quattro anni. La misura ha lo scopo di favorire il trasferimento di denaro all’ economia reale e combattere il fenomeno della deflazione, che deprime produzione e domanda (in sostanza la continua discesa dei prezzi scoraggia gli acquisti in attesa di ulteriori ribassi, con la conseguenza di un ristagno della domanda e di una frenata della produzione). Serviranno veramente a qualcosa questi “provvedimenti”?

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Analizziamo nel dettaglio questi provvedimenti. In primis,balzano agli occhi quei 125 miliardi di “liquidità in eccesso” depositati presso la BCE. Com’ è possibile che in una situazione così drammatica di mancanza di denaro all’economia, si possano tenere tranquillamente 125 miliardi inutilizzati? Nessun obbligo alle banche di trasferirli con criterio e attenzione, nella maniera più rapida possibile, all’ economia reale? Le imprese muoiono per mancanza di soldi, i tassi di disoccupazione sono ai massimi e le banche tengono “parcheggiata” una montagna di denaro, con il solo scopo di lucrare interessi in maniera totalmente passiva? Però!! Sorvoliamo, però, su questa contraddizione e vediamo quali saranno gli effetti che la manovra della BCE avrà sull’economia reale. Partiamo dal presupposto che una penale dello 0,10% è ridicola. Significherà una leggera limatura ai rendimenti dei titoli di Stato che le banche continueranno tranquillamente ad acquistare a tassi tra il 3/4% e che gonfieranno ulteriormente i loro portafogli grazie a sostanziosi e sicuri flussi cedolari.

Sorprendente è, poi, l’ ulteriore prestito di 400 miliardi con, badate bene, il semplice “invito a usarli per dare credito alle piccole imprese”. Qui siamo al ridicolo. La BCE prende ancora soldi dei contribuenti e li trasferisce alle banche private senza nessun obbligo di trasferirli all’ economia reale. La catena di trasferimento della liquidità dalla finanza alle imprese viene monopolizzata dagli istituti di credito che svolgono una funzione d’ intermediazione a pagamento ma che, non fidandosi delle aziende, preferiscono lucrare interessi senza rischio comprando titoli di Stato. Risultato: il perdurare del credit crunch e della crisi economica. Dulcis in fundo, consapevoli che il meccanismo è malato e che le banche non daranno nessuna garanzia di aumento dei crediti, la BCE, ascoltate bene, sta “pensando” di comprare i pacchetti di prestiti che le banche, eventualmente, concederanno alle aziende in modo da trasferirne il rischio implicito direttamente all’istituto d’emissione.

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Credo proprio che, a questo punto, non ci siano parole. Nessuna certezza che il continuo ribassamento del costo del denaro possa riattivare l’ economia; nessuna certezza che la BCE possa trasformarsi in una vera banca centrale quale prestatore di ultima istanza, che possa finanziare direttamente gli Stati e avviare una vera politica di quantitative easing, cioè di un alleggerimento quantitativo con l’acquisto diretto di titoli tossici o crediti in sofferenza degli istituti bancari, per migliorarne le condizioni di bilancio (operazione fatta massicciamente dalla FED americana, che ha acquistato in questo modo 85 miliardi di dollari al mese di titoli a partire dal 2009, così come la banca del Giappone sta operando massicci acquisti di titoli per spezzare il fenomeno deflattivo; la BCE, invece, ha operato con LTRO un’ operazione ibrida che consiste in un’ asta di liquidità, in cui concede prestiti agli istituti tramite il deposito di un collaterale a garanzia). Nessuna discussione sull’ avvio e l’ emissione di Euro Bond. Il titolo pubblico, in questo caso, cesserebbe d’ essere nazionale, ma diventerebbe europeo, e il suo valore corrisponderebbe alla media dei valori delle economie nazionali dell’unione. In pratica, si metterebbe in comune il debito oltre alla moneta. Si avrebbe finalmente la giusta accoppiata: Euro + Euro Bond. 

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Questo ragionamento complesso ci fa capire che il sistema delle banche è un sottosistema economico, e fornirgli liquidità non significa fornirla all’ economia reale in generale (imprese, famiglie, ecc.), in quanto gli istituti potrebbero scegliere di non utilizzare la liquidità, bensì di depositarla presso la Banca Centrale per trarne profitti certi e privi di rischi, ed è proprio ciò che sta accadendo. Le mosse della BCE sono un patetico tentativo di smuovere questo sottosistema con la semplice speranza di favorire, così, una ripresa economica che stenta ad avviarsi.

La cosa sorprendente è che tali mosse fanno capire quanto siano potenti le lobby bancarie e finanziarie. La BCE appare come un’ ancella servizievole di questo sistema malato che ” invita”, “presta senza limitazioni”, “acquista”, “rifinanzia a lungo termine”, “opera sui tassi”, ma che non dispone di vere armi per far ripartire l’ economia vera. Sorprendente è, soprattutto, che non siano stati presi provvedimenti incisivi e risolutivi per impedire che si ripetano i disastri dovuti agli azzardi morali della finanza, alla pervasività di questo sistema che schiaccia l’ economia reale aspirandone profitti e rendite, che ha perso completamente di vista lo scopo per cui è nato: l’ allocazione del capitale, un punto d’incontro tra risparmiatori e chi ha bisogno di soldi, un volano per l’ economia.

La gran parte del sistema finanziario ha perso completamente questo ruolo ed è stato tradito dal miraggio di profitti facili e veloci, trasformandosi in un “casinò per ricchi”. La soluzione proposta dai Governi e dalle istituzioni internazionali è stata quella di far pagare ogni costo ai cittadini tramite piani d’ austerità e riduzioni del ruolo pubblico. “Meno Stato e più mercato”, slogan ripetuto come un mantra. Secondo questa logica è normale che le banche possano lavorare con leve finanziarie anche di 40 a 1, ovvero con debiti pari al 4000% dei propri capitali. Ma se uno Stato supera il 60% di rapporto tra debito e PIL o il 3% del rapporto deficit/PIL, allora va punito. Nessun problema ad inondare le banche private di liquidità per ricostituire quella persa con azzardi morali devastanti e con i soldi costruiti dal nulla, tramite derivati e prodotto finanziari incomprensibili perfino per gli addetti ai lavori.

Tutto, con la speranza che qualcosa arrivi a questi derelitti Stati che non la smettono di stare tra le scatole con il loro stato sociale, le pensioni, le aziende, le istituzioni, le persone in carne ed ossa, le costituzioni e la politica, quest’ ultima molto utile per favorire il sistema, magari corrompendone all’ occorrenza i membri ed inglobandone i rappresentanti dei posti chiave con lauti riconoscimenti. E’ proprio inutile, l’ Europa è un’ istituzione monca, mal riuscita, dominata dalla finanza e da un sistema antidemocratico e conservatore, fonte di privilegi, di squilibri economico-sociali e territoriali molto gravi. Vedremo se il nuovo Parlamento saprà trovare vere soluzioni per invertire la marcia ed evitare la definitiva dissoluzione del sogno europeo. I dubbi, però, sono tanti.

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