Cesare Prandelli non chiede scusa, non mette in discussione le sue certezze calcistiche. Come se niente fosse dice che i suoi ragazzi hanno dato il massimo e che ora si deve pensare solo a recuperare le energie. Afferma che gli avversari sono stati aggressivi e che i suoi ragazzi non sono stati in grado di frenarli. Non fa il minimo accenno al fatto che gli avversari sono i ragazzi della nazionale del Costa Rica, gente che ha quotazioni infinitamente inferiori a quelle dei presunti campioni azzurri.
Sempre con il suo aplomb afferma il commissario tecnico che “sapeva che la qualificazione si sarebbe dovuta conquistare alla terza partita e che non abbiamo sbagliato l’approccio alla partita, ma sono stati loro molto aggressivi e noi dovevamo verticalizzare come abbiamo fatto con quelle due azioni di Balotelli. Forse se segnavamo sarebbe stata una partita diversa”. Prandelli non vuol sentire parlare di superficialità. “Non so se siamo stati superficiali, ma io ho visto tutti i giocatori che hanno corso”.
Prandelli dovrebbe avere il buon gusto di fare mea culpa e ammettere di avere sbagliato tutto: scelta degli uomini, scelte tattiche e cambi, ma la autocritica è qualità dei grandi e oggi l’allenatore e l’uomo Prandelli sono stati ridimensionati da gente che correva, ci credeva e ha dato tutto per la propria nazionale.
Bontà sua il ct dice “Non voglio sentire ora discorsi negativi e sull’ingresso di Antonio Cassano: “volevamo due o tre giocatori tra quelle linee ma loro sono stati bravi a chiudere tutti gli spazi”. Qualificazione a rischio per la paura che potrebbe ora attanagliare gli azzurri nel match decisivo di martedì contro l’Uruguay. “Assolutamente no. Dobbiamo solo recuperare le energie e giocare come sappiamo”.
Tutti vorrebbero avere le certezze di Prandelli, sopratutto per cercare di capire come sia possibile spendere 5 milioni per la spedizione e perdere con il Costa Rica,