Si può perdere in tanti modi, ma farlo perdendo la faccia è la cosa peggiore. La nazionale Italiana ha fallito al mondiale in Brasile e nell’immediato dopo partita sia il commissario tecnico, sia gli elementi più rappresentativi della rosa per la loro storia: Buffon e Pirlo hanno regalato alla folla furente l’unico colpevole ella disfatta: Mario Balotelli.
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L’attaccante del Milan non è propriamente un chierichetto, ha il suo carattere, il suo modo di intendere la professione di calciatore. Ma non si può dire che tutto questo sia venuto fuori solo al mondiale. Tutti conoscono Mario Balotelli in campo e fuori dal campo. In particolare conosceva tuti i particolari Cesare Prandelli, il quale ha voluto costruire intorno al presunto campione l’intero progetto calcistico del suo mandato di commissario tecnico.
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E’ meschino, infimo lavarsi le mani davanti all’opinione pubblica e dire che la colpa è di un ragazzo, se tu hai creduto in lui fino ad un attimo primo e non ci hanno fatto una bella figura due campioni come Buffon e Pirlo a fare lo stesso. Balotelli può avere colpe e anche tante, ma, come lui ha scritto, non è l’unico che deve rispondere del fallimento della spedizione azzurra ai mondiali.
Prandelli si è dimesso, ma non si può sottrarre al processo, poiché lui ha avuto carta bianca e, quindi, quantomeno deve dire che assieme a Balotelli c’è un altro colpevole, lui stesso. E cosi anche Buffon e Pirlo, poiché non è giusto distruggere così un ragazzo di 23 anni, il quale rischia di venire schiacciato da una vicenda del genere, prima che come calciatore, come uomo.
Non sei un maestro di calcio o un campione se, davanti al pubblico dici: “La colpa è solo di Balotelli” , è ingiusto.
L’auspicio è che a bocce ferme persone per bene come Prandelli, Buffon e Pirlo possano dire parole di verità per cercare di far sentire meno solo un ragazzo, Balotelli, nel momento più difficile della sua carriera e della sua vita.