Yara, pista sull’ipotesi della vendetta contro il padre: il teste

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Fatta eccezione per i vuoti nella ricostruzione della dinamica fornita da Massimo Bossetti, l’importante punto sul quale le indagini ancora non avevano ancora avuto modo di procedere era il movente del presunto omicida. Perché questo 44enne dalla vita apparentemente monotona, padre di 3 figli e sposato felicemente, avrebbe dovuto rapire ed uccidere una ginnasta 13enne di Bremate Sopra? La domanda potrebbe presto trovare una risposta esaustiva, grazie al teste che ha fornito agli inquirenti importanti informazioni a riguardo.

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L’ipotesi è che Bossetti abbia agito per vendetta contro il padre di Yara, Fulvio Gambirasio, che nell’ambito lavorativo si sarebbe procurata un’inimicizia con il muratore di Mapello. Il testimone in questione ha riferito ai pm di circostanze createsi ad una settimana dalla scomparsa della ginnasta 13enne. Si tratta di una dinamica alla quale ha fatto riferimento anche lo stesso Bossetti, riferendo però di semplici voci che sarebbero circolare nell’ambiente lavorativo in quel periodo. Nulla di più è trapelato da parte del presunto omicida, che ad oggi resta in carcere e continua ad essere sospettato di aver assassinato Yara Gambirasio.

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Sulla questione ha rilasciato le proprie dichiarazioni il legale vicentino Agron Xhanaj, legale dell’Associazione “Vite Sospese”, che ha inviato ieri ai pm le proprie indagini difensive che conforterebbero la versione riferita dall’indagato. “Si tratta di sommarie informazioni rilasciate da una persona del vicentino, che riferisce di circostanze apprese ad una settimana di distanza dalla scomparsa di Yara”, dichiara, “informazioni che coincidono con la motivazione della vendetta che l’indagato Bossetti ha fornito al Pubblico Ministero.” Non è possibile saperne di più, per gli aggiornamenti sul caso bisognerà attendere la versione ufficiale.