Veronesi, rivelazione choc: “Dio non esiste, il cancro ne è la prova”

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ROMAUmberto Veronesi, nel suo ultimo libro Il mestiere di uomo, ha scritto: “Dopo Auschwitz, il cancro è un’altra prova che Dio non esiste”. Quando si trova di fronte ad un bambino sconvolto da un male inguaribile, lo scrittore non crede più che ci siano delle verità ancora da rivelare e non esistono frasi per affievolire la sofferenza dei genitori.

Il noto oncologo ha voluto analizzare il dolore che, stando a come si sta muovendo il suo pensiero, sta tra il laico e l’agnostico. Repubblica riporta alcuni estratti, come il paragrafo su Dio: “Non saprei dire qual è stato il mio primo giorno senza Dio. Sicuramente dopo l’esperienza della guerra non misi mai più piede in una chiesa, ma il tramonto della fede era iniziato molto prima. Durante il liceo fui bocciato due volte, ero un discolo in senso letterale: non andavo bene a scuola. Di fatto sono sempre stato anticonformista, ribelle ai luoghi comuni e alle convenzioni accettate acriticamente, e questa mia natura mal si conciliava con l’integralismo della dottrina cattolica che era stata il fondamento della mia educazione di bambino”.

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La vita di Umberto Veronesi è stata caratterizzata anche dalla guerra: “A diciotto anni non volevo andare a combattere, ma finii in una retata e mi ritrovai con indosso un’uniforme che non aveva per me alcun valore e fui ben armato per uccidere altri ragazzi, in tutto e per tutto uguali a me salvo per il fatto che indossavano una divisa diversa. Oltre alle stragi dei combattimenti, ho toccato con mano anche la follia del nazismo e non ho potuto non chiedermi, come fece Hannah Arendt prima e Benedetto XVI molti anni dopo: ‘Dov’era Dio ad Auschwitz?’. La scelta di fare il medico è profondamente legata in me alla ricerca dell’origine di quel male che il concetto di Dio non poteva spiegare. Da principio volevo fare lo psichiatra per capire in quale punto della mente nascesse la follia gratuita che poteva causare gli orrori di cui ero stato testimone. Avvicinandomi alla medicina, però, incappai in un male ancora più inspiegabile della guerra, il cancro”.