Loris, fermata mamma Veronica: il reato è omicidio aggravato

Veronica Panarello

 

Santa Croce Camerina – Lo scenario peggiore ha preso purtroppo forma. Veronica Panarello, la giovane madre del piccolo Andrea Loris Stival, è stata ufficialmente iscritta nel registro degli indagati per l’ omicidio ed occultamento di cadavere del bambino. La tragica svolta nelle concitate ore di ieri sera, dopo un lungo ed estenuante interrogatorio fiume durato circa sei ore, nel corso del quale Veronica non ha ammesso nulla, continuando a tenere invariata la sua versione dei fatti. Secondo gli inquirenti però, gravi indizi di colpevolezza graverebbero sulle spalle di quella che è stata soprannominata, dai suoi concittadini e dalla stampa nazionale, la “mamma bambina”. La comunità di Santa Croce Camerina tira un sospiro di sollievo: l’ incubo dell’ orco sembra essere scongiurato. 

Veronica condotta in questura

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TRAGICA IMMACOLATA. L’ interrogatorio presso la Procura di Ragusa ha preso il via attorno alle 17:30 della giornata di ieri. Veronica Panarello ha strenuamente difeso la sua versione dei fatti, nonostante le prove materiali la smentiscano nettamente. I filmati delle videocamere in primis, che mostrano la non presenza di Loris in macchina (il bimbo viene filmato mentre scende dall’ autovettura materna e rientra in casa, smentendo le dichiarazioni di Veronica che ha sempre raccontato di aver accompagnato suo figlio a scuola) e il passaggio dell’ auto materna nei pressi del Mulino Vecchio in un secondo momento. La Polo di color nero della Panarello sarebbe stata immortalata a 50 metri dalla scena del crimine attorno alle 9:25 dello scorso 29 novembre, giornata nella quale il piccolo Loris scomparve e venne rinvenuto cadavere da Orazio Fidone attorno alle 16:50 dello stesso giorno. Ci sono, poi, le fascette da elettricista utilizzate per strozzare e – forse – per legare i polsi di Loris: quelle stesse fascette che Veronica Panarello aveva in casa, la cui presenza aveva così giustificato: “Loris mi aveva detto che doveva portarle a scuola, servivano alle insegnanti per un compito di scienze” (dichiarazione smentita dalle stesse maestre).