Terrorismo: “Imminenti nuovi attacchi”. Paura anche in Italia

jhadisti

Le agenzie di intelligence lanciano l’allarme terrorismo: oltre 180 jhadisti sono pronti a colpire in Francia, Germania, Belgio ed Olanda. La notizia è giunta direttamente dalla Cnn nella giornata di ieri e viene coinvolta anche l’Italia dove si stavano dirigendo due terroristi belgi intercettati dal valido del Fréjus. Il premier britannico James Cameron ha affermato che un attacco è molto probabile e sta delineando, insieme al presidente Obama, una strategia contro il terrorismo.

Si tratta di un’operazione, ovviamene, abbastanza difficile e delicata: i jhadisti sono solitamente organizzati in gruppi di 10-15 persone e possiamo constatarlo dagli arresti effettuati in Francia (dodici) e in Belgio (tredici) dei giorni scorsi. Non sono stati riscontrati “legami certi” tra le due cellule terroristiche, ha detto il primo ministro francese Manule Valls, ma la minaccia “non è mai stata così alta” tanto che jhadisti si muovono facilmente per tutta l’Europa.

Secondo l’International Centre for the Study of Radicalisation (Icsr) di Londra ci sono “almeno 4 mila gli islamisti europei che hanno combattuto in Siria e Iraq” e la Francia è in testa con 1200, mentre in Italia ce ne sarebbero 80. Il nostro Paese, comunque, risulta solamente essere un punto di passaggio come dimostra l’arresto dei terroristi belgi: “Stavano per passare quando i doganieri hanno ricevuto l’informativa dal Belgio e sono stati bloccati”.

Ci sono dei punti deboli da mettere in risalto nelle operazioni anti-terrorismo. “Negli ultimi 2-3 anni l’attenzione è stata rivolta soprattutto alle reti di reclutamento di combattenti europei – specifica Ermete Mariani, specialista in geopolitica del mondo arabo e islamico -. È stato trascurato il ruolo della vecchia guardia del terrorismo islamista degli Anni Novanta”. A lui si accoda l’esperto di antiterrorismo Jean-Charles Brisard: “Ci sono certo reti dell’Isis, ma non è detto che quest’ultimo sia stato reclutato direttamente. E bisogna distinguere fra i fratelli Kouachi, addestrati da Al Qaeda, e Coulibaly”.

Intanto, il terrorismo fa paura anche in Italia: alcune strutture pubbliche hanno deciso di raddoppiare la sorveglianza e chiudere per motivi di sicurezza. Un esempio è l’Università degli Studi di Milano che ha affisso un cartello, fuori la facoltà di Scienze Politiche, recitante la scritta: “Per motivi di sicurezza, la facoltà è chiusa sabato 17/01/2015”. Il rischio è abbastanza alto anche nel nostro Paese e i punti “attaccabili” sono molti. 

Jhadisti in protesta