Italia fuori tempo, pillola dei 5 giorni dopo rimane con ricetta

pillolaPillola dei 5 giorni dopo – L’Italia rimane indietro agli altri Paesi europei. Mentre in tutta Europa si vince la censura e si promuove una linea moderna e aperta al controllo delle gravidanze e alla dispensione degli anticoncezionali, in Italia la Commissione tecnico scientifica (Cts) e dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) sta deliberando in favore dell’obbligo di ricetta medica per la pillola anticoncezionale dei cinque giorni dopo.
Un passo indietro questo, che rispecchia la politica e la compassata struttura pubblica italiana, fin troppo permeata di preconcetti e di censura ideologica.
La motivazione per il quale la pillola dei cinque giorni dopo rimane con l’obbligo di ricetta medica, come per tutti gli altri anticoncezionali, è dovuta alla “sicurezza fisica dell’individuo“. Secondo infatti, l’Agenzia Italiana del farmaco, l’Aifa, l’individuo che assume anticoncezionali deve essere sottoposto a controllo medico costante ed esami accertativi.
Nessuno mette in dubbio che la sicurezza dell’individuo sia la questione principale, tutt’altro, ma il percorso che porta una qualsiasi ragazza ad ottenere la ricetta medica e a compiere gli esami accertativi di salute può spesso risultare troppo lungo e dispendioso per il breve lasso di tempo nel quale questo genere di farmaci può sortire il giusto effetto e contrastare la gravidanza indesiderata.
Infatti, per questo motivo la Commissione Europea per la medicina si era promulgata a favore della dispensione senza obbligo di prescrizione di tali anticoncezionali. La stessa Commissione ha infatti diffuso direttive in tutta Europa che caldeggiavano gli Stati a “liberalizzare” la distribuzione delle pillole contro le gravidanze indesiderate. Direttive che sono state accolte positivamente da molti Paesi europei, ma che in Italia non hanno riscosso il successo sperato.
In attesa della delibera finale della Commissione tecnico scientifica (Cts) italiana in merito alla questione della pillola dei cinque giorni dopo, si attendono aggiornamenti sperando in una risoluzione più conforme alle politiche dell’Unione Europea.