Ci risiamo. L’ Italia, una Repubblica fondata sul lavoro e sull’ uguaglianza dei diritti tra i singoli, dimentica l’ importanza di rispettare – e far rispettare – anche i diritti dei nostri amici animali. Nella scorsa settimana sono emerse notizie, inchieste, rivelazioni che mettono sempre più in luce la disparità esistente tra il cosiddetto essere pensante – al secolo l’ uomo – e gli esseri più innocenti, affettuosi e leali che esistano al Mondo.
Perpetrare ogni genere di violenza su cani, gatti, e qualunque altra specie animale è come fare del male ad un bambino: non solo è infame, ma anche crudele e sleale. Contrariamente all’ opinione comune, gli animali non sono capaci di difendersi: la comprova è ogni giorno dinnanzi ai nostri occhi, con un sempre crescente numero di specie faunistica in continua estinzione. Le cose non vanno meglio ai nostri animali domestici, ritenuti beni materiali soggetti a pignoramento, prodotto alimentare da servire quasi fosse una prelibatezza, eredi disconosciuti a favore della “fortunella” di turno. Emblematico, in tal senso, è stato il “ritoccamento” del testamento dell’ astrofisica Margherita Hack, il cui impegno a favore della causa animalista è da sempre noto. Nel 2011, la Hack aggiunse nel testamento tra i suoi beneficiari alcune associazioni animaliste della sua città, Trieste, tra le quali la locale sede Enpa, un gattile ed il rifugio Astad. Un amore, quello per gli animali, che aveva profondamente segnato la vita della Hack e che pareva essere condiviso anche dall’ amato marito della scienziata, quell’ Aldo De Rosa che però, a sorpresa, ha modificato il testamento della sua consorte prima di morire egli stesso. Tutti gli averi dei coniugi Hack-De Rosa sono così finiti alla fedele governante, con buona pace degli animalisti che hanno visto, nelle modifiche dell’ uomo, un vero e proprio atto di viltà nei confronti degli ideali dell’ astrofisica amante degli animali.