Kenya, identificato uno dei terroristi: è figlio di un ufficiale

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Un giovanissimo laureato, figlio di un ufficiale di governo, una persona rispettabile: è questo il profilo emergo dalle indagini sul conto di Abdirahim Abdullahi, identificato tra i quattro estremisti colpevoli della strage avvenuta appena tre giorni fa nel campus universitario di Garissa. Le vittime di quel blitz sono state 148 e tutte di fede religiosa cristiana, l’azione è stata poi rivendicata dal gruppo terroristico islamista col nome di Al Shabaab, vicino ad Al Qaida. In realtà, le autorità kenyote hanno ammesso di essere già state a conoscenza delle tendenze antigovernative del giovane Abdirahim Abdullahi, poiché la sua intenzione di unirsi alle forze terroristiche di Al Shabaab era già stata confermata dopo la sua laurea, nel 2013. Questo particolare non fa che fomentare i dubbi dell’opinione comune nei confronti della polizia locale, che oltretutto sembra abbia atteso almeno 7 ore prima di recarsi al campus universitario per tentare, ma invano, un assalto per liberare gli studenti dalla minaccia dei quattro attentatori. Di fatto, l’organizzazione del blitz terroristico era stato calcolato per impedire proprio agli agenti di penetrare all’interno del perimetro, protetto dai giovani terroristi che tenevano sotto tiro la polizia. Altri particolari potrebbero facilmente ricondurre agli altri tre membri della cellula terroristica, poiché molti testimoni hanno dichiarato di non averli mai sentiti parlare in somalo. Questi, infatti, si esprimevano tutti nella lingua nazionale del Kenya, lo swahili, che conferma la trieste realtà che vede in prima linea in queste stragi sempre più connazionali delle proprie vittime ed il fatto che si tratti perlopiù di giovani adulti non risulta certo un dato rassicurante.

La strage in Kenya fa almeno 148 morti

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