CAMPANIA – In Campania vale la legge elettorale del marzo 2009 che stabilisce un turno unico. Non ci sarà nessun ballottaggio: il candidato che prende più voti è eletto Presidente della Regione Campania. E’ presente un premio di maggioranza, che consente al candidato eletto di raggiungere almeno il 60% dei seggi del Consiglio Regionale. Inoltre, si vota attraverso le preferenze e la soglia di sbarramento è fissata al 3%: quelle coalizioni che non raggiungono questa soglia non otterranno alcun seggio.
PUGLIA – La legge elettorale regionale prevede un premio di maggioranza variabile: se la coalizione vincente supera il 40% dei voti, ottiene 29 seggi (sui 50 totali); se riceve tra il 35% e il 40% dei voti, ottiene 28 seggi; se ottiene meno del 35% dei voti, ha 27 seggi. Pertanto, è un’elezione a turno unico, senza eventuale ballottaggio. Inoltre, non è stata approvata la doppia preferenza di genere: questo ha portato Nichi Vendola a definire questa legge un “mostro giuridico”, accusando il Consiglio, composto al 95% da maschi di avere fatto una “retromarcia cavernicola di fronte alla sfida della parità di genere”. La soglia di sbarramento è fissata all’8% per le coalizioni e per le liste che si presentano da sole. Mentre la soglia per le singole liste che si presentano in coalizione è del 4%.
LIGURIA – Si possono esprimere due voti: uno alla lista regionale e uno alla lista provinciale (il voto può anche essere disgiunto). L’elettore può poi esprimere una preferenza ad uno dei candidati delle liste provinciali. La preferenza, che può essere una sola, si esprime scrivendo nome e cognome del candidato a fianco al simbolo della lista. Tuttavia, resta il listino bloccato per quanto riguarda la lista regionale. Infatti, la proposta del Partito Democratico per abolire il listino e per attribuire un premio di maggioranza non è stata approvata in Consiglio Regionale.
UMBRIA – La legge elettorale è stata modificata negli ultimi giorni. Innanzitutto, è previsto un turno unico: vince il candidato che ottiene più voti. Per quanto riguarda il premio di maggioranza, il 60% dei seggi andranno alla lista vincente ma senza alcuna soglia minima di voti. Insomma, la lista che prenderà un solo voto in più delle altre (a prescindere dalla percentuale di voti raggiunta: il 20%, il 30% o il 40%) avrà il 60% dei seggi, che corrispondono alla maggioranza assoluta in Consiglio Regionale. Questa scelta ha destato scandalo, perché è proprio uno dei motivi per cui la Consulta ha dichiarato incostituzionale il Porcellum. Inoltre, non è ammesso il voto disgiunto: non si possono votare liste diverse rispetto a quelle del candidato presidente che si intende votare. Infine, si vota con il metodo delle preferenze ed è prevista la doppia preferenza di genere.
MARCHE – Il presidente della Regione è eletto con un sistema elettorale a turno unico: vince chi ha più voti e non ci sono ballottaggi. Inoltre, è un sistema proporzionale che prevede un premio di maggioranza. Dei 31 seggi del Consiglio Regionale, uno va al presidente e uno al candidato sconfitto con più voti. I restanti 29 sono così spartiti: se la coalizione vincente ottiene il 40% dei voti, ha 18 seggi; se ottiene tra il 37% e il 40% dei voti, ha 17 seggi; se ottiene tra il 34% e il 37% dei voti, ha 16 seggi. Al di sotto del 34% di voti ricevuti, i seggi vengono assegnati con criteri proporzionali. Infine, la soglia di sbarramento è fissata al 5% (o inferiore al 5%, se all’interno della coalizione una lista circoscrizionale ha raggiunto il 3%).