Il senatore repubblicano Marco Rubio ha annunciato ufficialmente la propria candidatura alle elezioni Presidenziali statunitensi del 2016. L’annuncio arriva poco dopo quello della candidata democratica Hillary Clinton, che lo stesso Rubio definisce “un leader del passato”. Tuttavia, entrambi dovranno vincere le primarie all’interno del proprio partito, prima di sfidarsi direttamente per la Casa Bianca. Rubio dice di sentirsi la persona giusta, “qualificata”, capace di parlare agli americani con “competenze uniche”. E’ convinto di rappresentare il futuro degli Stati Uniti d’America e di incarnare gli ideali dell’American dream.
Intanto la sua candidatura crea scompiglio nelle acque del Partito Repubblicano. Infatti, un altro politico, vicino allo stesso Rubio, ha da tempo intenzione di candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti. Si tratta di Jeb Bush: ex governatore della Florida, fratello dell’ex presidente George W. Bush e figlio di un altro ex presidente Usa, George Herbert Walker Bush. Jeb Bush ha più volte dichiarato di “valutare attentamente la possibilità di correre alle presidenziali” e mai si sarebbe aspettato la candidatura di Rubio. Insomma, la candidatura di Marco Rubio potrebbe incrinare il rapporto di fiducia e lealtà con Jeb Bush.
Sulla sponda democratica, scende in campo Hillary Clinton: “Voglio essere la prima presidente Usa”. Hillary cercherà di conquistare il consenso delle famiglie e della classe media, come emerge anche dalle immagini del suo primo spot elettorale. Tuttavia, il logo scelto della candidata democratica ha scatenato non poca ironia sui social network. Per alcuni utenti il simbolo ricorda l’insegna di un ospedale, per altri è così banale e semplice da essere stato disegnato con Paint o Power Point. Criticato anche il senso della freccia del logo, che punta verso destra: non verso la sinistra dei democratici. ”Se ruotate il logo di 180 gradi, indicherà la sinistra”, ”Il logo la dice tutta. Per vincere Hillary Clinton si sposterà a destra”. E ancora: ‘Il logo di Hillary Clinton promette un ritorno ai mitici anni ’70”, “Siamo tutti daccordo nel dire che questo è il peggior logo di sempre? Ma siamo negli anni ’80?”. La sfida è ufficialmente aperta.