Sabato 6 giugno 2015, ore 20.45. Finale di Champions League all’Olympiastadion di Berlino. Tifosi juventini e supporter del calcio italiano, segnatevi questa data e non prendete appuntamenti: la Juventus è a un passo dalla storia. 19 anni dopo l’ultimo trionfo, la squadra bianconera approda alla finale della più importante competizione europea. Lo fa contro ogni pronostico. Lo fa con orgoglio, umiltà, determinazione e un pizzico di fortuna, ma senza dubbio meritatamente. L’ultimo ostacolo di questo cammino entusiasmante è una squadra di fenomeni: il Barcellona di Luis Enrique. Il pericolo numero si chiama, ovviamente, Lionel Messi. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla sfida: il percorso delle due squadre, punti di forza e debolezza, pronostici, analisi e precedenti. Uno speciale a 360 gradi su una partita che può consacrare il trionfo juventino e la rinascita del calcio italiano.
JUVENTUS: IL PERCORSO – L’urna di Nyon si rivela benevola. La Juventus, partendo dalla seconda fascia, viene inserita nel girone A, tutt’altro che proibitivo: infatti, i bianconeri si devono giocare la qualificazione con Atletico Madrid, Olimpiacos e Malmoe. La squadra di Allegri si impone allo Juventus Stadium per 2-0 contro il Malmoe, ma alla vittoria con gli svedesi seguono due sconfitte pesanti che rischiano di compromettere la qualificazione agli ottavi. I bianconeri cadono in casa dell’Atletico Madrid e poi franano in Grecia, sconfitti di misura dall’Olimpiacos. Tuttavia, è in questo momento di difficoltà che emerge la forza del gruppo bianconero. La Juventus si rialza e, in una sfida da dentro o fuori, batte 3-2 l’Olimpiacos. Poi supera agilmente il Malmoe in trasferta e nell’ultima giornata strappa uno 0-0 all’Atletico Madrid che vale il secondo posto del girone. Agli ottavi la Juventus pesca il Borussia Dortmund, evitando pericoli peggiori (Real Madrid, Barcellona e Bayern Monaco su tutti). I due match segnano la svolta nella mentalità e nella sicurezza dei giocatori bianconeri: la Juventus sconfigge i tedeschi sia in casa (2-1) sia in trasferta (0-3), trascinata dal carisma di Carlitos Tevez. Archiviato il Borussia Dortmund, arrivano i quarti di finale e la buona sorte strizza l’occhio al mondo juventino: Juventus-Monaco. I bianconeri vincono 1-0 in casa (Vidal su rigore), mentre in Francia, nonostante una prestazione deludente, riescono a tenere lo 0-0 qualificandosi al turno successivo con il minimo sforzo. La semifinale è storia recente: a Torino la Juventus si impone 2-1 contro il Real Madrid con le reti di Morata e Tevez. Al ritorno è ancora l’ex Morata a firmare l’impresa bianconera: si vola a Berlino.
JUVENTUS: PUNTI DI FORZA – Sono due i valori aggiunti di questa Juventus: il gruppo e Massimiliano Allegri. Nonostante lo scetticismo di tutto l’ambiente bianconero, il nuovo tecnico è riuscito a creare una macchina perfetta, senza snaturare gli ingranaggi di una squadra che è stata plasmata per tre anni da Antonio Conte. Il principale merito di Allegri è proprio quello di essersi adattato ai giocatori che si è trovato di fronte, senza tuttavia rimanere passivo. Allegri, infatti, è stato capace di creare una sicurezza anche a livello europeo, portando tranquillità in uno spogliatoio forse eccessivamente caricato da Antonio Conte per riuscire ad affermarsi anche in Champions League. In secondo luogo, quello che ha portato la Juventus in finale è la forza del gruppo: il blocco difensivo è compatto e versatile, perché capace di passare dalla difesa a quattro, alla difesa a tre nell’ultimo spezzone di partita senza nessun problema. A centrocampo la Juventus riesce a mischiare quantità e qualità: accanto all’estro di Pirlo, la corsa e il sacrificio di Marchisio e Vidal. In attacco Morata è la rivelazione e Tevez il condottiero. Tutto questo non si sarebbe potuto realizzare senza avere alle spalle una società seria e determinata.
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