PALERMO – I colleghi di Tania Valguarnera, la ragazza dipendente di Almaviva con una grande passione per la scultura travolta e uccisa ieri da un’auto mentre si recava sul posto di lavoro, hanno lasciato dei fuori proprio sul marciapiede luogo dell’accaduto. Hanno anche organizzato un sit-in per chiedere al Comune di Palermo l’installazione di un semaforo pedonale: “Era un angelo, un’artista meravigliosa. La famiglia è distrutta. Le uniche parole della madre sono state: ha ucciso il mio angelo… deve morire – racconta Rossella Stella, collega di Tania che lavora da 12 anni in Almaviva -. Chiediamo pene esemplari e l’istituzione del reato di omicidio colposo”.
Rossella, inoltre, aggiunge: “Da anni chiediamo l’installazione di un semaforo a chiamata qui in provincia di Palermo, ma nessuno ha fatto nulla. Doveva per forza scapparci il morto?» «Questa è una strada maledetta – aggiunge Rossella Stella – abbiamo lanciato una petizione anni fa per chiedere l’installazione di un semaforo. Quell’uomo è sceso dalla macchina, l’ha vista e non ha fatto nulla. Una bestia… ma le bestie sono migliori”.
Poi, continua soffermandosi su Tania: “Tania era una ragazza meravigliosa – dice ancora la collega – si era laureata e aveva raggiunto questo traguardo pagando gli studi con il lavoro nel call center, doveva sposarsi”. Poi afferma: “Ieri eravamo in black out e eravamo affacciati alla finestra, quell’uomo è sceso dalla macchina, ha visto il corpo ed è scappato, abbiamo assistito a tutto e chiamato la polizia. Quell’uomo deve pagare con una pena esemplare”.