Alessandria – Una scoperta sconcertante, avvenuta quasi per caso. Ennesimo, spiacevole episodio di maltrattamento perpetrato ai danni dei nostri amici animali quello registrato nella provincia piemontese di Alessandria, peraltro in un luogo che doveva essere preposto alla tutela dei poveri cani abbandonati. Tagliolo Monferrato si è trasformato in una versione “animalesca” di Auschwitz quando i Carabinieri di Ovada, avvertiti da una segnalazione, hanno fatto irruzione nel cascinale Rondinaria, trovandosi di fronte ad un canile lager con ben pochi superstiti.
INSOLITO CIMITERO. All’arrivo al canile lager, situato nella zona industriale della Caraffa nell’Alessandrino, le forze dell’ordine hanno effettuato delle scoperte a dir poco apocalittiche. Solo 4 dei numerosi cuccioli ospitati dalla fatiscente struttura sono riusciti ad uscire dal canile vivi e sulle proprie zampe, soccorsi da veterinari, guardie zoofile e volontari locali dell’Enpa, giunti immediatamente sul posto. Gli animali sono stati trasportati nel canile di Ovada e sottoposti ad amorevoli cure dal personale preposto.
Decisamente più sfortunati sono stati altri 16 cani, ritrovati morti nei box adibiti dal proprietario dell’insolito canile (facente parte di un edificio molto esteso, che aveva annesso un fienile e persino una pizzeria): gli animali sarebbero deceduti in seguito ad una breve vita di stenti, segno che il proprietario di quel canile lager non aveva nessuna competenza specifica per prendersi cura delle innocenti bestiole che ospitava. All’interno dei box, i Carabinieri hanno rinvenuto solo ossa e mucchi di pelo; stando alle prime stime, i cani sarebbero morti da almeno sei mesi.
Ad aggiungere a questo immenso orrore altro choc è stato il rinvenimento, all’interno di un freezer situato proprio vicino alla pizzeria – operativa sino a 10 giorni fa – dei cadaveri di altri 4 cani e di un gatto, assieme ad immondizia e residui di cibo avariato. I resti dei poveri animali erano avvolti in dei sacchetti, a testimonianza del clima di assoluta fatiscenza che aleggiava attorno al canile lager. Il proprietario della struttura dell’orrore non avrebbe tentato di discolparsi, sostenendo soltanto che stava per ricevere uno sfratto per quel cascinale che aveva in affitto. Del resto, non esistono scusanti accettabili per aver costretto delle povere creature indifese a vivere in un canile ai limiti dell’orrido, privandole della possibilità di conoscere il lato buono ed amorevole dell’essere umano.