Il femminicidio al tempo del Family Day: delitto “giustificato”

Femminicidio

Family Day 2015: Roma capitale della famiglia “tradizionale”, cattolica, lontana dalla tanto auspicata apertura al “diverso” fortemente desiderata da Papa Francesco. Più che una giornata di amore e giubilo, il Family Day sembra assumere ogni anno contorni intolleranti e fortemente discriminatori. I relatori invitati lo scorso 20 giugno nella Capitale a parlare di unione familiare, di genitori e figli, di rapporti coniugali sani e di buoni sentimenti hanno talvolta improvvisato teorie ai limiti dell’osceno sui più disparati e spinosi argomenti, dalle unioni civili alle famiglie gay sino ad arrivare a toccare un disastroso picco quando si è affrontato il delicato e doloroso tema del femminicidio.

A proporre un’insolita e disdicevole teoria che spiegherebbe il femminicidio è stato un oratore d’eccezione, ovvero il pittore e leader del Cammino neocatecumenale Kiko Arguello. Lo Spagnolo – personaggio assolutamente controverso e particolare: non interviene mai in dibattiti se non ha un crocifisso di qualsivoglia dimensione al suo fianco – è salito sul pulpito del Family Day, ipnotizzando l’esagitata platea con discorsi al limite dell’orrorifico. Arguello ha propinato un breve excursus del rapporto tra marito e moglie, indugiando sul dramma del femminicidio. Proprio a tal proposito, il religioso ha fornito una performance tristemente degna di nota.