“L’operazione libertà non è stata una legittima attività politica, ma un colossale sforzo economico per favorire Silvio Berlusconi, per sabotare il governo Prodi”, queste le durissime parole del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli nel tentativo di ricostruire la presunta compravendita dei senatori avvenuta tra il 2007 e 2008 dentro e fuori le mura del Palazzo del Senato.
Il procuratore ha chiesto cinque anni per Silvio Berlusconi, indicato come regista e beneficiario dell’operazione, e quattro anni al presunto “aiutante” Valter Lavitola indicato come intermediario o come uomo del “lavoro sporco”. La Procura di Napoli è convinta che il caso De Gregorio non è stato l’unico: “Non siamo stati in grado noi di accertare altri episodi analoghi, ma sono convinto che ce ne sono stati altri”.
Il pm ha affermato che si tratta di una delle pagine peggiori della nostra democrazia e di una delle ipotesi peggiori che si possano fare destinata, addirittura, ad arrivare nei libri di storia. L’inchiesta condotta in questi anni ora attende la pronta risposta dei difensori di Silvio Berlusconi, gli avvocati Cerabona e Ghedini, insieme ai legali di Forza Italia. Secondo la Procura di Napoli, Berlusconi avrebbe versato a De Gregorio cinque milioni di euro per indurlo a votare contro la sua ex maggioranza di centrosinistra.
Berlusconi ha dichiarato: “Una richiesta, quella della Procura di Napoli, che confligge con la realtà e con tutte le risultanze processuali, in linea con la tradizione dei peggiori processi politici”. Poi conclude: “Confido che il Tribunale voglia rapidamente ristabilire la verità dei fatti e pronunciare una sentenza totalmente assolutoria”.