Il terrorismo di stampo jihadista continua a far tremare l’Occidente, colpendo due Paesi già duramente feriti dall’ondata inarrestabile dell’Isis. Francia e Tunisia avevano appena ripreso a vivere, dopo i vili attentati – tra i quali, quello indimenticabile, purtroppo, di Charlie Hebdo – che li avevano visti vittime di un folle fondamentalismo che ha l’unica mira di instaurare un regime di paura nelle terre più democratiche e civilizzate. L’Isis, tuttavia, non conosce pietà né momenti di tregua: il terrorismo ha stavolta corroso le fondamenta su cui ogni Stato civile si fonde, aggredendo ignari ed innocenti lavoratori e turisti.
LIONE. La truculenta, “ordinaria” mattinata di follia del terrorismo islamico si è aperta con l’esplosione dell’Air Products a Saint-Quentin-Fallavier, vicino Lione. Un uomo a bordo di una vettura ha fatto irruzione nella fabbrica che produce bombole del gas, provocando il ferimento di numerosi lavoratori dello stabile. Appena domato l’incendio, la raccapricciante scoperta: all’interno della fabbrica è stato rinvenuto il corpo di un uomo – un gestore di una società di trasporti che si trovava lì per una consegna – privo della testa, a sua volta rinvenuta infilzata sulla recinzione del cortile dello stabile, ricoperta da numerose scritte in arabo.
Uno dei presunti attentatori è stato immediatamente fermato dalla Gendarmeria francese: si tratterebbe di Yassin Salhi, poco più di 30 anni. L’uomo non avrebbe opposto resistenza, anzi: avrebbe mostrato un drappo con scritte islamiche, quasi un segno di sfida contro i “nemici” francesi. Un secondo uomo, residente a Saint-Quentin-Fallavier, sarebbe stato fermato. In manette anche la moglie di Salhi. Stando ai media francesi, recentemente i Servizi Segreti transalpini avrebbero lanciato un serio allarme terrorismo: “Nelle ultime settimane c’erano tutti i segnali di allarme rosso per un attentato di questa natura sul territorio nazionale”.