Roma, suicida il killer del gioielliere: si è impiccato in cella

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Roma – Epilogo tragico per il giallo riguardante l’efferato omicidio dell’orafo e gioielliere Giancarlo Nocchia avvenuto lo scorso mercoledì nella Capitale. Il 32enne di origini napoletane Ludovico Caiazza, arrestato lo scorso weekend per aver compiuto l’efferato delitto, si è tolto la vita attorno alla mezzanotte di oggi nella cella del carcere Regina Coeli dove era detenuto da pochissime ore. Il giovane presunto killer del gioielliere si sarebbe tolto la vita impiccandosi con un lenzuolo. Al momento del suicidio Caiazza era da solo.

BRACCATO. Il presunto killer dell’orafo romano era stato fermato dalle forze dell’ordine all’altezza di Latina. Ad incastrarlo i ritrovamenti effettuati dai Carabinieri al momento dell’arresto. Caiazza, infatti, aveva ancora con sé il cellulare della vittima e alcuni gioielli riconducibili alla gioielleria dove è avvenuto il delitto. I familiari di Giancarlo Nocchia avevano rilasciato delle dichiarazioni forti, ringraziando le forze dell’ordine per l’eccellente lavoro di investigazione che ha portato ad un arresto in tempi brevi, e sottolineando che, da parte della propria famiglia, non vi era alcuna pietà, perdono o comprensione per il presunto killer del loro amato congiunto.

SETTE MINUTI. Caiazza, che aveva incontrato una psicologa nel carcere di Regina Coeli, era in evidente stato di agitazione, come sottolineato dalla stessa specialista. Nulla, però, lasciava presagire l’assurdo gesto che il presunto killer del Nocchia avrebbe compiuto nel giro di poche ore. Il 32enne avrebbe approfittato del pur esiguo tempo intercorso tra una conta e l’altra in una cella della settima sezione – quella dei “nuovi giunti” – per mettere in atto il suo ultimo gesto. Sette minuti, tanti sono bastati al killer per mettere in atto la sua ultima, folle impresa.

“Tale suicidio rappresenta un doppio fallimento – spiega il Segretario Generale Aggiunto della Cisl Fns Lazio Massimo Costantino – Poiché da un lato non è stata data la possibilità alla famiglia del gioielliere di vedere riconosciuta la giustizia e far espletare in carcere la pena a Ludovico Caiazza, ma dall’altro per lo stesso, che non si è evitato di far compiere tale gesto”. Nel frattempo sono partite all’interno del carcere le indagini interne per ricostruire la dinamica dei fatti e stabilire eventuali responsabilità.