Ue: “100mila posti accoglienza per i rifugiati”

Ue annuncia la creazione di 100mila posti accoglienza

L’Unione europea ha annunciato ieri, in occasione di un mini vertice in clima di tensioni, la creazione di 100mila posti d’accoglienza per i rifugiati in Grecia e nei Balcani per soffocare una crisi migratoria senza precedenti. Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, durante una conferenza stampa con la cancelliera tedesca Angela Merkel e l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Antonio Guterres, ha dichiarato: “Non possiamo lasciare la gente abbandonata a sé stessa a dormire nei campi profughi nel 2015″.

“È una delle sfide più grandi per l’Unione europea. L’Europa, giustamente, deve dimostrare di essere un continente di valori e di solidarietà. Questa sera – ha spiegato la Merkel – è solo una piccola parte di quello che dovremmo fare per superare questa prova”. La Grecia ha accettato di creare, con l’aiuto dell’Alto commissario per i rifugiati, 30mila posti d’accoglienza da qui alla fine dell’anno. In un secondo momento, saranno creati 20mila posti nelle famiglie d’accoglienza e degli alloggi sovvenzionati dall’Alto commissario per i rifugiati. I 50mila posti restanti saranno creati lungo i Balcani, in cooperazione con l’ONU.

Il primo ministro sloveno, Miro Cerar, il cui Paese ha visto il transito di più di 60mila migranti in soli 10 giorni, ha lanciato: “Se non prendiamo azioni immediate e concrete sul territorio nei giorni e nelle settimane a venire, penso che l’intera Europa comincerà ad affondare“.” Se falliamo, le forze nazionaliste di destra saranno contente di affermare che l’Europa ha fallito“, ha rincarato il cancelliere austriaco Werner Faymann.

In una dichiarazione congiunta, i partecipati si sono impegnati a mettere in atto a partire da oggi 17 misure per ristabilire l’ordine nelle frontiere dell’Unione europea e per rallentare il flusso incontrollato di migranti, ha spiegato il presidente della Commissione europea Junker. I dirigenti s’impegnano anche a scoraggiare i movimenti di rifugiati o di migranti verso la frontiera di un altro paese della regione. “Una politica che lasci passare i rifugiati senza informare il paese confinante non è accettabile”, sottolinea la dichiarazione finale.