Non si contano più ormai gli studi che mettono a confronto diete ipocaloriche a alto o basso contenuto di carboidrati. Non si è ancora definito però che cosa accada quando a cambiare non è tanto la quantità di carboidrati, bensì il momento della giornata in cui vengono assunti. L’Università di Gerusalemme ha recentemente condotto uno studio pubblicato online da Obesity che ha sfatato uno storico tabù sulla famigerata pasta, evitata o consumata con moderazione durante la giornata da chi mira a dimagrire.
Lo studio ha coinvolto 78 uomini e donne obesi divisi in due gruppi. Tutti hanno seguito per 6 mesi una dieta ipocalorica (assumevano 1300-1500 kcal al giorno, il 20% costituito da proteine, 30-35% da grassi e 45-50% da carboidrati), l’unica differenza è che in un gruppo i carboidrati dovevano essere assunti la sera, nell’altro invece erano distribuiti nel corso della giornata.
Dopo 6 mesi, il gruppo che aveva assunto carboidrati solo la sera aveva perso più chili, circa 11.6 rispetto ai 9 dell’altro gruppo e ridotto maggiormente la circonferenza addominale e della massa grassa. Inoltre questo gruppo provava un minor senso di fame e presentava migliori risultati relativi ai livelli di glucosio e colesterolo nel sangue. I ricercatori ipotizzano che l’assunzione di carboidrati alla sera modificherebbe positivamente la secrezione degli ormoni leptina e adiponectina, ovvero l’ormone della sazietà e quello che riduce i livelli di glucosio e colesterolo nel sangue, migliora la sensibilità all’insulina e ha un’azione antinfiammatoria.
Gabriele Riccardi, presidente della Società italiana di diabetologia, ha dichiarato: “Consumare più carboidrati a cena e meno a pranzo potrebbe essere una scelta ragionevole, poiché durante il riposo notturno gli zuccheri vengono temporaneamente immagazzinati per essere poi rimessi in circolo, sotto forma di glucosio, nel corso della giornata, specialmente quando serve energia per fare uno sforzo fisico. Se poi gli alimenti ricchi in carboidrati sono anche una buona fonte di fibre, il controllo metabolico e il senso di sazietà migliorano, e si prolungano, ulteriormente”.