Ci si abitua agli attentati, scrive dunque Houellebecq, parlando dei sentimenti dei suoi connazionali: ” La Francia resisterà. I Francesi sapranno resistere, anche senza sbandierare un eroismo eccezionale, senza aver nemmeno bisogno di uno «scatto» collettivo di orgoglio nazionale- spiega Houellebecq, proseguendo poi con le accuse rivolte al Governo – Chi è stato a decretare i tagli nelle forze di polizia, fino a ridurle all’esasperazione, quasi incapaci di svolgere le loro mansioni?”
“Chi ci ha inculcato, per tanti anni, che le frontiere sono un’assurdità antiquata, simbolo di un nazionalismo superato e nauseabondo? Si capisce subito che tali responsabilità sono state largamente condivise – commenta Michel Houellebecq– Quali leader politici hanno invischiato la Francia in operazioni assurde e costose, il cui principale risultato è stato quello di far sprofondare nel caos prima l’Iraq, poi la Libia? E quali governanti erano pronti, fino a poco tempo fa, a fare la stessa cosa in Siria?”.
La risposta, lo scrittore francese, crede di saperla: è colpa dei Capi di Stato che “Si sono succeduti negli ultimi dieci anni (venti? trenta?): hanno fallito penosamente, sistematicamente, pesantemente nella loro missione fondamentale, cioè proteggere la popolazione francese affidata alla loro responsabilità”. Nessuna colpa, invece, ha il popolo francese secondo Houellebecq, popolo che ha sempre confidato pienamente nelle autorità politiche e militari. “Il discredito che oggi colpisce in Francia l’insieme della classe politica è non solo dilagante, ma anche legittimo -conclude Houellebecq – mi sembra che l’unica soluzione che ci resta sarebbe quella di dirigersi lentamente verso l’unica forma di democrazia reale, e con questo intendo dire la democrazia diretta“.