I terroristi dell’Isis hanno pubblicato un’orrenda serie di regole per tutte le donne che vogliono combattere per la jihad, includendo anche i criteri secondo cui possono o meno farsi esplodere. Le regole sono state pubblicate in risposta alla domanda di una simpatizzante dell’Isis dall’Arabia Saudita, che ha chiesto come potesse servire i mujaheddin (militanti della jihad) se il conflitto in Siria e in Iraq si allargasse fino a La Mecca o a Medina, città sante in Arabia Saudita.
La risposta, pubblicata dal braccio propagandistico dell’Isis Zura Foundation, recita: “Sta alla donna fare quello che è in suo potere per la jihad e per sostenere la religione di Dio secondo le sue capacità: allattando, cucendo, cucinando, lavando e altro”. Il consiglio bizzarro e sessista si rivolge a tutte le donne combattenti: “Se una donna è assalita in casa, deve difendersi con armi e se ha una cintura esplosiva può farsi esplodere senza il permesso di altri”. Il messaggio prosegue parlando delle operazioni di “martirio”, permesse alle donna solo se il loro capo è d’accordo e unicamente per il bene pubblico. Le donne possono anche utilizzare il fucile da cecchino se si trovano da sole, il capo ha dato loro il permesso e le circostanze lo richiedono. “Mescolarsi all’esercito o alle brigate non è permesso perché porta alla corruzione“, si legge nel messaggio. Le donne possono anche allenarsi a combattere se coprono il loro corpo e se lo fanno lontane dagli uomini.
La scorsa settimana una donna kamikaze si è fatta esplodere a Parigi nel corso di un blitz antiterrorismo all’indomani degli attentati nella capitale francese. Hasna Ait Boulachen è stata inizialmente accusata di essere una fanatica dello Stato Islamico che agiva con una giacca esplosiva addosso. È emerso però che nonostante fosse la donna a indossare l’esplosivo, è stato un uomo dietro di lei a detonare la bomba.