83enne pusher detenuta a Natale, è record italiano

Stefanina Malu, la detenuta più anziana d’Italia, passerà il Natale in carcereUTA, CAGLIARI – È stata respinta l’istanza per ottenere gli arresti domiciliari per Stefanina Malu, 83 anni a marzo. È la detenuta più anziana d’Italia ma, nonostante i problemi di salute, resterà dietro le sbarre. La “nonna pusher” di Cagliari trascorrerà il Natale e Santo Stefano, giorno del suo onomastico, nella sua cella nel carcere di Uta. “Una scelta certamente meditata – ha dichiarato Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme – ma che in considerazione dell’età lascia perplessi”.

La salute di Stefanina Malu è recentemente peggiorata. Oltre ai problemi respiratori e cardiologi già noti ai medici, nelle ultime settimane è apparsa depressa e in stato confusionario. Le condizioni della detenuta non lasciano certo indifferenti gli Agenti della Polizia Penitenziara, che hanno particolare cura di lei. Questo però non sembra essere sufficiente per il giudice che ha respinto la richiesta di ottenere i domiciliari. “Vederla in una cella della Casa Circondariale in condizioni di sofferenza non può lasciare indifferenti – afferma la presidente Caligaris – Forse un ricovero in una Residenza Sanitaria potrebbe ridurre i disagi consentendo all’anziana donna una condizione più idonea ai suoi problemi e più dignitosa”.

Per Stefanina non si tratta del primo soggiorno in carcere. Nel 1962 fu arrestata perché in possesso di droga, e poi di nuovo, sempre per lo stesso motivo, nel 2009. Nell’estate del 2012 tornò di nuovo in carcere per finire di scontare la sentenza di 3 anni prima poiché ottenne un differimento della pena per problemi di salute. Tornata a casa per accudire il figlio non autosufficiente, poi deceduto, è stata sorpresa, nel settembre 2014, con 200 dosi di cocaina ed eroina. Quando la Squadra Mobile di Cagliari ha fatto irruzione nella sua abitazione, dove si trovava assieme ad altre 3 persone, ha cercato di liberarsi della droga lanciandola dal balcone. Una sorta di circolo vizioso il suo, ma questa volta però la reclusione in un carcere non sembra essere la soluzione più idonea. Benché note e costantemente monitorate, le condizioni di salute della detenuta sembrano essere in netto peggioramento.