“Il giorno in cui è morto è successo qualcosa, lo spirito è salito di un metro e si fece da parte. Qualcun altro prese il suo posto, e coraggiosamente urlò: “Sono una Stella Nera, sono una Blackstar”! Quante volte cade un angelo?“. Il brano di David Bowie è impregnato, a detta dei complottisti, di richiami a Lucifero ed a citazioni ad un romanzo, “Ormen”, scritto da un autore svedese, Stig Dagerman, morto suicida a soli 31 anni. Tali congetture, tuttavia, possono essere totalmente confermate? L’unico che potrebbe rispondere è, ironia della sorte, proprio il compianto Bowie, già in passato aspramente criticato per la sua presunta bisessualità e per i suoi “sottili” inviti al Satanismo. Prima di lui, anche Beatles e Rolling Stones avevano dovuto difendersi dalle medesime accuse, non esponendosi mai del tutto per non sbiadire il proprio mito, nutrito proprio dal suo mistero. David Bowie, la “Blackstar” della musica internazionale, non potrà mai dire la sua. Poco male, perchè per il trasformista delle arti parlerà, sempre e comunque, la sua musica.