Ultimi giorni per visitare una delle mostre più viste in Italia: “Dagli Impressionisti a Picasso”, a Palazzo Ducale di Genova fino al 10 aprile, ha ormai superato le duecentomila visite totali, con una media di oltre 1100 persone ogni giorno. Il successo è dovuto sicuramente non solo agli amati Impressionisti, capaci di creare lunghe code, ma anche alla curiosità nei confronti dei 52 capolavori accuratamente selezionati e provenienti da oltreoceano. Il curatore della mostra Stefano Zuffi, infatti, ha scelto alcune opere del Detroit Institute of Arts di artisti quali Courbet, Renoir, Pissarro, Monet, Degas, Manet, Cézanne, Van Gogh, Gauguin, Matisse, Modigliani, Otto Dix, Kandinsky e Picasso, assieme ad altri meno noti ma di grande rilevanza.
Il percorso espositivo abbraccia gli anni di grande fervore culturale mostrando esempi dal Realismo fino alle prime avanguardie. Camminando per le sale si ha la sensazione di rivivere quegli anni in cui il gusto dell’epoca era nettamente in contrasto con la forza innovativa degli artisti. Già nella prima sala si nota, infatti, la diversità tra il ritratto familiare, ben definito nei dettagli e composto, delle “Festanti” di Duran e quello a “chiazze” tanto biasimato dai critici di allora della “Donna in poltrona” di Renoir. Le teorie ottiche sulla rifrazione della luce stavano rivoluzionando il mondo della pittura, come si intravede dai meravigliosi paesaggi di Monet in “Gladioli” e Pissarro ne “Il sentiero”. La contemporaneità diventò il soggetto principale da cui attingere e così fece Gervex, “Scena nel Café a Parigi”, ma venne superato rapidamente da Degas. Nei suoi studi di cavalli o di ballerine a Degas interessa catturare l’inquadratura fotografica e la posizione giusta, non curando i particolari. Segue una serie di importanti lavori di Cézanne, dallo studio dei “Tre teschi” alla vista del “Mont Sainte-Victoire” alle “Bagnanti”, tutti caratterizzati dalla sua analisi delle forme viste da più punti di vista. Gli autoritratti di due punti di riferimento come furono Gauguin e Van Gogh sono in compagnia di una splendida ed emozionante opera simbolista, “Evocazione di farfalle” , realizzata da Redon. L’attenzione viene poi catturata magneticamente dagli occhi vuoti e senz’anima di tre famosi personaggi di Modigliani e, procedendo oltre, non si può fare a meno di ammirare l’approdo all’astrattismo di Kandinsky con “Studio per dipinto con forma bianca” e le fasi di Picasso.
L’allestimento, avendo privilegiato la disposizione in ordine cronologico, ha sacrificato i dialoghi tra le opere nel tempo e, di conseguenza, le riflessioni che vengono innescate da confronti più diretti. Interessante ad esempio è vedere come viene reinterpretato il tema delle bagnanti, partendo da Courbet e Renoir fino a Cézanne e Vallotton o analizzare le differenze tra la veduta di montagna cézanniana e quella di Kirchner al chiaro di luna. Visto il successo delle opere degli Impressionisti, gli orari sono stati prolungati nel weekend per dare modo a tutti di vedere parte del “gioiello culturale di Detroit” come l’ha definita l’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia John Phillips.