Campionato Mondiale di Pesto: intervista a Gianni Arimondo

Campionato di pesto

In previsione della sesta edizione del Campionato Mondiale di Pesto al Mortaio, che si terrà il 16 aprile a Palazzo Ducale, abbiamo intervistato Gianni Arimondo, uno dei soci fondatori di Palatifini e degli organizzatori di questo grande e importante evento.

Com’è nata l’idea del Campionato?
Tutto è partito da quattro amici buongustai che, una volta a cena assieme, iniziarono a pensare di invitare anche altri a sostenere le eccellenze gastronomiche del territorio ligure. Da appassionati, organizzarono così alcune cene tematiche alla zucca, ai funghi, all’olio di oliva, fino a che non prese vita l’idea di fare qualcosa per tutelare il pesto ed evitare che qualcun altro ne rivendicasse la paternità. Roberto Panizza, uno di quei quattro amici e tutt’ora nostro presidente, propose di fare il Campionato Mondiale di Pesto al Mortaio. Per realizzare un’iniziativa di tale portata, era necessario costituire un’associazione e così abbiamo fatto. Abbiamo fondato Palatifini, con una piccola rivista e un suo distintivo.

Com’è riuscita una piccola associazione tra amici a coinvolgere addirittura altri paesi?
Inizialmente abbiamo ricevuto tante porte in faccia a chi ci siamo rivolti per cercare sostegno. Noi non eravamo professionisti nel campo, ma avevamo soltanto la nostra buona volontà. Dopo aver sparso la voce tra i liguri nel mondo, abbiamo ottenuto molta risonanza tanto che oggi il nostro sito web è al secondo posto su Google se si digita “campionato mondiale”, poiché milioni di persone lo cercano per vedere la ricetta originale del pesto. Così prima il Comune ci ha dato la Sala del Maggior Consiglio a Palazzo Ducale come location, poi la collaborazione con la Camera di Commercio ci ha dato e ci sta dando un grandissimo supporto, assieme alla Regione Liguria. Abbiamo davvero bisogno di tutto l’appoggio che le istituzioni possono darci, anche perché il Campionato rappresenta un’occasione per promuovere la Liguria nel mondo, incrementando così il turismo. Ciò avviene specialmente quando andiamo a fare le selezioni nelle altre città, dove facciamo dimostrazioni e promuoviamo i prodotti e le bellezze della nostra regione. A Carrara addirittura hanno ripreso la produzione dei mortai in marmo! L’anno scorso siamo stati invitati all’Expo in quanto eccellenza ligure accanto al violino di Paganini e la nostra associazione culturale oggi conta centinaia di iscritti, dall’Italia e dall’estero, che hanno tutti in comune l’amore per la tradizione.

Come funziona la gara e quali sono stati i vincitori delle scorse edizioni?
Cento concorrenti si sfidano al mattino, tra cui trenta appassionati che non hanno avuto modo di partecipare alle selezioni. I giudici sono tre ogni dieci e vengono valutati l’equilibrio tra gli ingredienti, la manualità e la presentazione. Nel frattempo anche nella Sala del Minor Consiglio c’è un’importante sfida: quella tra i bambini delle scuole genovesi! Nel pomeriggio vi è la seconda parte della gara in cui i trenta giudici, che sono giornalisti enogastronomici provenienti da tutto il mondo, assaggiano ed eleggono il miglior pesto tra i dieci finalisti. Soltanto il campione riceverà il pestello in legno di olivo con il manico rifasciato d’oro.
Tra i vincitori delle scorse edizioni vi è un ragazzo coreano di Los Angeles, aiuto cuoco in un ristorante genovese, e un farmacista genovese, di grande abilità poiché abituato a pestare i medicinali.

Quale migliore occasione per divertirsi, mangiare bene e promuovere una città come Genova dalle mille qualità nascoste?