Ormai l’Isis ha abituato da tempo il mondo a vedere nelle fila dei suoi combattenti uomini (e bambini) tra i più insospettabili. Un anno fa aveva fatto scalpore il video – diffuso proprio dall’Isis – della sua ‘arma segreta’, l’81enne cinese Muhammed Amin, il terrorista più anziano della jihad. Era stato immortalato mentre visitava alcune postazioni jihadiste ed incitava i combattenti del Califfato, promettendo loro la vittoria.
In questo giorni lo Stato islamico ha diramato in rete nuove foto di Amin, contando probabilmente sul forte ascendente dell’anziano (armato di una calibro nove o di un kalashnikov), nella speranza di sollevare il morale delle truppe dell’esercito iracheno e delle milizie sciite occupati nella difesa di Fallujah, in Iraq.
Muhammed Amin fa parte della minoranza musulmana uigura dello Xinjiang, territorio a nord ovest della Cina, regione conosciuta un tempo come Turkestan. L’uomo ha dichiarato di aver lasciato il suo paese in seguito alla morte del figlio jihadista, e di aver raggiunto la Siria “accompagnato dai miei quattro nipoti, mia figlia e mia moglie” per seguire l’addestramento, malgrado l’età avanzata.
In Cina lo stato di allerta è molto alto. L’anno scorso il governo cinese aveva lanciato un allarme terrorismo, in seguito alla constatazione che molti residenti del nord-ovest della Cina stavano lasciando il loro luogo d’origine per andare a compiere l’addestramento in Siria. Inoltre non è passato inosservato che, nella regione dello Xinjiang, un ulteriore pericolo poteva provenire proprio dall’etnia uigura – tradizionalmente legata ad un islam moderato – che avrebbe recentemente adottato norme vicine a forme estremistiche tipiche di Afghanistan ed Arabia Saudita, quali il velo integrale per le donne.