Trump è il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America. Hillary Clinton poche ore fa ha riconosciuto la sconfitta. Un’ondata di sdegno, rabbia e frustrazione ha attraversato i social, il web e i media.
Ma vi dirò una cosa, è semplice vincere con il populismo, vincere con i luoghi comuni: “Basta gli stranieri che ci rubano il lavoro”, “rendiamo il nostro Paese di nuovo grande”, “Sconfiggiamo i terroristi”.
Ma il populismo, se ci ha insegnato qualcosa, ci ha mostrato come la vittoria sia l’elemento più pericoloso. Con “l’aggressione politica” di Trump, è facile fare opposizione, disturbare, sovvertire. Ma un conto è fare veramente politica.
Vediamo in 3 punti come la vittoria di Trump sia l’inizio della fine per la sua carriera politica e un importante autogoal per il Partito Repubblicano.
1) Immigrazione
Il nuovo Presidente ha promesso di costruire un muro (molto alto) al confine con il Messico. Il cavallo di battaglia della sua propaganda contro gli stranieri è semplicemente un progetto inattuabile e folle. Non succederà mai e rimarrà un semplice manifesto elettorale, con tanto di figuraccia.
Altro punto della sua campagna, deportare gli immigrati irregolari dagli Stati Uniti. Impossibile. Gli analisti lo hanno messo in guardia sul fatto che danneggerebbe troppo l’economia degli Stati Uniti, privando il paese di una fetta importante di forza lavoro. Altra promessa a vuoto.
2) Politica estera
Ridurre al minimo l’interventismo americano nei conflitti porterà il Paese ha perdere il ruolo di laedership come potenza mondiale. Ruolo imprescendibile per gli Stati Uniti sia a livello economico che politico. I rapporti con la NATO, l’alleanza atlantica, secondo Trump, andrebbero interrotti. Peccato che la NATO sia stata firmata a Washington nel ’49 da un’alleanza che aveva come testa proprio gli USA. Interrompere i rapporti vorrebbe dire uno smantellamento totale dell’alleanza, cosa inattuabile per l’opposizione di tutti i 29 Paesi membri (per fortuna).
Trump ha detto anche di voler inaugurare una nuova era di protezionismo, allontanandosi dall’impostazione liberista. Al centro del suo fuoco saranno i trattati di libero scambio con Canada e Messico, il trattato Trans-Pacifico. Ma difficilmente trattabili, farlo significherebbe tornare indietro di 100 anni, nessun politico in parlamento lo accetterebbe mai. Faranno ostruzionismo perchè cio non accada.
3) Ambiente
Per quanto possa sembrare marginale, il vero punto che porterà Trump a la disfatta sarà la questione ambientale. Ormai è anacronistico anche solo pensare di non fare niente per contrastare le ingenti emissioni di CO2 nell’atmosfera, figuriamoci sostenere che il problema ambientale non esiste.
Trump ha più volte fatto capire che, a suo parere, il surriscaldamento globale sia una bufala, e che non ha nessuna intenzione di finanziare i programmi climatici delle Nazioni Unite, di cui la spesa ora di qualche miliardo, sarà notevolmente tagliata se non azzerata. Nei progetti di Trump vi è anche l’implementazione della produzione di gas naturale e petrolio prodotto sul territorio statunitense.
Fortunatamente la sua labile maggioranza in Parlamento e Senato non gli permetterà di tagliare la spesa pubblica su un argomento in cui l’opinione pubblica è così sensibile.
Le promesse di Trump sono davvero tante, il 95% sono inattuabili, fortunatamente al contrario di quanto molti pensano, la Costituzione americana pone grandi limiti ai poteri del Presidente.
L’opposizione democratica avrà così tanti argomenti a cui aggrapparsi che sarà l’opposizione più facile della storia e spianerà la strada ad una vittoria sicura nelle prossime Elezioni. Lo stesso partito repubblicano sa bene che potrebbe essere un autogoal il mandato di Trump, perciò sarà lestissimo nell’abbandonare il suo leader non appena uscirà dai binari (ma sarà difficile risultare credibili nelle prossime elezioni).
Per reazione e curiosità il popolo ha scelto Trump, ma noi italiani sappiamo bene che dietro a una politico che sembra razzista e omofobo ma con una forte personalità, ci sia solo una persona razzista e omofoba e niente di più.