VERONA – La notte scorsa, un autobus ungherese ha preso fuoco dopo essere finito contro un pilone all’altezza dello svincolo di Verona Est. A bordo c’era una comitiva di ragazzi in gita scolastica che, dalla Francia, stavano facendo ritorno a Budapest. Sul mezzo erano circa una cinquantina più 2 autisti. I morti sono arrivati a 16, mentre i feriti gravi sono circa una decina.
Uno dei sopravissuti ha parlato dello schianto: “Ero seduto nella parte posteriore del pullman. Abbiamo sentito l’autobus sbandare, il rumore delle ruote di destra che correvano fuori di strada e una lunga strisciata. Poi un gran botto. Le porte del pullman si sono bloccate e con un mio amico abbiamo allora preso un martelletto e rotto il vetro del finestrino. Da lì siamo usciti”.
Sono state intanto avviate le pratiche per cercare di scoprire la causa di questa strage: si ipotizza omicidio colposo plurimo stradale oppure un semplice problema alle ruote dell’autobus. Sale intanto la polemica in Ungheria visto che i genitori delle vittime sono stati avvertiti direttamente dai ragazzi rimasti illesi nell’incidente.
Un testimone ha raccontato: “Sono sceso e mi sono diretto a piedi per vedere se ci fosse bisogno di aiuto. Si sentiva urlare, le persone si mettevano le mani nei capelli. C’erano un paio di corpi che bruciavano, ancora vivi. C’erano altri corpi che erano stati sbalzati fuori dal pullman, ragazzi che erano usciti dal finestrino, in maniche corte, urlavano disperati in preda al terrore”.