Tanto tuonò che piovve. Dopo polemiche, critiche e dubbi, nella mattinata di lunedì 27 novembre il Milan ha comunicato l’esonero di Vincenzo Montella, che sarà sostituito dall’ormai ex tecnico della Primavera rossonera, Gennaro Gattuso. Il pareggio per 0-0 con il Torino, giunto al termine della 14^ giornata di Serie A, è stato la classica “goccia che fa traboccare il vaso”, che ha spinto la dirigenza meneghina a provare a dare una svolta alla stagione con il cambio della guida tecnica. Sono tanti gli elementi che pesano sul divorzio tra il tecnico campano e il club milanese: tutto è cominciato con la faraonica campagna acquisti estiva che, a fronte di una spesa di circa 230 milioni di euro, ha rivoluzionato l’organico rossonero, con l’arrivo di numerosi giocatori (tra i quali Leonardo Bonucci) che avevano fatto pensare ad un Milan già pronto a lottare per lo scudetto. Nonostante ciò, Montella ha faticato parecchio a trovare la cosiddetta quadra, ovvero una formazione titolare di base su cui puntare costantemente, alternando i giocatori nei vari ruoli a seconda delle esigenze e delle necessità del momento.
Ma, come sempre accade nel calcio, alla fine hanno pesato soprattutto i numeri e i risultati: il Milan fino ad oggi ha perso tutti gli scontri diretti giocati con le formazioni che lo precedono in classifica, ottenendo al momento un settimo posto che è ben lontano non solo dalla lotta scudetto, ma anche dalla zona Champions League che rappresenta l’obiettivo dichiarato della società per questa stagione 2017-2018. Inoltre risulta alquanto impietoso il confronto con il recente passato: lo scorso anno, con una rosa meno ricca e tecnicamente inferiore, Vincenzo Montella a questo punto del campionato aveva accumulato 29 punti, ben 9 in più rispetto a quelli attuali. Dunque, il paventato esonero alla fine è arrivato, con la conseguenze promozione in prima squadra di Gattuso, tecnico della Primavera.
In queste ore sono giunte anche le prime dichiarazioni dell’ormai ex allenatore rossonero dopo l’esonero. Montella si è detto onorato di aver potuto allenare la squadra meneghina, ringraziando la squadra e la dirigenza per quanto fatto in questi anni, e augurando il meglio al suo successore, affinché possa riportare “il Milan dove merita”. Intercettato dai giornalisti all’uscita da Milanello, l’ex attaccante di Roma e Sampdoria ha ricordato i risultati positivi che ha comunque raggiunto alla guida del club milanese, tra i quali la vittoria in Supercoppa Italiana e il ritorno in Europa. Subito dopo non ha risparmiato una frecciatina (forse indirizzata all’attuale dirigenza e soprattutto a Fassone e Mirabelli), dicendo che probabilmente quest’estate è stata alzata un po’ troppo l’asticella delle aspettative, ma tanto alla fine “la colpa è solo dell’allenatore”.
Ormai però, in casa Milan è tempo di guardare avanti e ad un futuro che si chiama Gennaro Gattuso. L’ex centrocampista rossonero dovrebbe fare da traghettatore della squadra fino al termine del campionato, quando poi la società andrebbe ad ingaggiare un nuovo tecnico di spessore e di comprovata fama internazionale (al momento si parla di Antonio Conte o Carlo Ancelotti). Tuttavia, ora tocca al celebre “Ringhio” risvegliare il Diavolo rossonero, e per farlo l’allenatore calabrese potrebbe apportare fin da subito alcuni cambiamenti soprattutto nel modulo di gioco. Innanzitutto, fin da quando ha iniziato a sedere in panchina, Gattuso ha sempre fatto affidamento sulla difesa a 4, dunque i vari 3-5-1-1 o 3-4-2-1 del suo predecessore dovrebbero finire subito in soffitta.
Il nuovo tecnico milanista non ha mai nascosto che il suo modulo preferito sia il 4-2-3-1, ma vista la situazione attuale della squadra, sembra piuttosto improbabile che rischi di puntare su un sistema di gioco che abbisogna di un certo equilibrio e automatismi che per essere efficaci necessitano di diverso tempo. Molto più probabile, invece, che Gattuso vari un 4-3-3 che dovrebbe innanzitutto rilanciare sugli esterni Suso. Come punta centrale, la fisicità di Kalinic dovrebbe prevalere su André Silva, anche se l’ex bomber della Fiorentina non sembra al massimo della forma. Per quanto concerne l’altro attaccante esterno del tridente, Borini dovrebbe tornare a giocare nel reparto offensivo dopo i vari esperimenti di Montella.
In mezzo al campo, si sa che Gattuso stravede per Kessié, con l’ex atalantino che potrebbe essere schierato davanti alla difesa con Biglia e Bonaventura ai lati. Se l’ex regista della Lazio dovesse continuare a non convincere, allora non si esclude che l’ex guida tecnica del Pisa possa preferirgli Locatelli, mentre Bonaventura dovrebbe giocarsi il posto con Calhanoglu. Chiudiamo con la difesa a 4 che dovrebbe proporre come titolari fissi Bonucci e Romagnoli che, comunque, si alternerebbero con Musacchio e Zapata nei vari impegni che attendono i rossoneri. La fascia sinistra tornerà quasi certamente ad essere di competenza di Rodriguez mentre a destra, in attesa del rientro di Conti, “Ringhio” potrebbe puntare su Abate che conosce molto bene fin da quando era uno degli intoccabili centrocampisti rossoneri.
Patrizia Gallina