Sanità, le condizioni lavorative sono pessime
Una situazione critica quella che sta vivendo la sanità pubblica in queste ore. Indetto a Roma uno sciopero da parte di medici e dirigenti. Salari troppo bassi e orari di lavoro massacranti. Nessun miglioramento delle condizioni di lavoro nel corso degli anni con stipendi che non subiscono aumenti dal 2010. Tutto questo ha portato all’agitazione del settore ospedaliero.
I giovani medici sono precari
Al centro della polemica non solo gli stipendi, ma anche i turni di lavoro. Ci sono medici oltre i 65 anni costretti a reperibilità in orari notturni. Problemi anche per quanto riguarda la fruibilità delle ferie e la difficoltà nell’avanzamento di carriera. Inoltre c’è la questione dell’occupazione giovanile. La formazione per diventare medico è lunga e onerosa e dopo la laurea i giovani lavorano con contratti inadeguati in condizioni di precariato. Se la sanità pubblica è carente, a rimetterci è la salute dei cittadini.
Adesione allo sciopero dell’80%
Mercoledì medici e dirigenti scioperano a Roma per chiedere che la sanità pubblica sia messa in primo piano sull’agenda politica. Una criticità, quella del settore ospedaliero, che rischia di essere fonte di disagi nel lungo termine. La mancanza di personale specializzato si ripercuoterà sulle liste d’attesa con il rischio di code interminabili. Allo sciopero ha aderito l’80% dei medici, come riferisce il vice presidente di Anaoo Assomed Carlo Palermo. Un risultato straordinario, dato che molti non hanno potuto aderire alla manifestazione. Tanti gli interventi non urgenti rinviati. Garantiti invece i servizi essenziali. Si è espressa a favore dei medici anche la ministra della Salute Beatrice Lorenzin. E’ soddisfatta per lo sblocco del turnover, cioè l’assunzione di nuova forza lavoro. Non è di competenza del Ministero della Salute il rinnovo del contratto.