Sono stati arrestati due egiziani residenti in Lombardia per associazione con finalità di terrorismo. A catturarli è stata la Digos della Questura di Milano in collaborazione con la Digos di Como. I due uomini hanno rispettivamente 51 e 23 anni. La storia ha dell’incredibile perché si tratta di padre e figlio.
Questa è la vicenda di una famiglia molto unita nella radicalizzazione. Infatti sono coinvolti padre, madre e figlio maggiore. Esclusi invece i due figli minori. Il 53enne, ex saldatore, era stato un mujaheddin in Bosnia. Anche il figlio maggiore è diventato un combattente e al momento si troverebbe in Siria. Anche se esiste il pericolo che il giovane foreign fighter possa tornare in Italia o Europa. Si tratta di un passaggio di testimone generazionale. Non a caso questa indagine è stata chiamata “Talis pater”. Infatti il capofamiglia avrebbe spinto il 23enne a prendere il suo posto. Un onore che sarebbe valso mille ore di preghiera.
I genitori sostenevano il figlio foreign fighter e lo consideravano un onore. Arrestati padre e figlio per terrorismo
Sono stati scoperti grazie ad alcune intercettazioni. Il capo della Digos di Milano, Claudio Ciccimarra, ha parlato delle conversazioni captate attraverso delle microspie. I due genitori egiziani residenti a Fenegrò mandavano circa 200 euro al mese al figlio maggiore per il suo mantenimento in Siria. Inoltre da alcune conversazioni è emerso che il padre temeva per suo figlio. Infatti se il giovane fosse tornato in Italia avrebbe rischiato 15 anni carcere. I famigliari denigravano il figlio minore e lo chiamavano “cane”. Il motivo sarebbe da ricondurre alle sue frequentazioni con ragazze occidentali. Anche la madre è coinvolta nella vicenda. E’ emerso che la donna abbia insistito affinchè il figlio maggiore restasse in Siria, nonostante sia gravemente ferito. La marocchina verrà rimpatriata per motivi di sicurezza. Infatti secondo il magistrato, per questa famiglia era un orgoglio combattere in Siria.