Il Manchester United sta vivendo una stagione indubbiamente tribolata che, oltre a vederlo in difficoltà in Premier League (dove attualmente è in ottava posizione ben lontano dal vertice), deve far fronte ad una serie di criticità interne tra la società, il tecnico Mourinho e i giocatori. E, come se non bastasse, a generare ulteriore tensione arrivano anche le dichiarazioni di alcuni grandi ex, tra i quali c’è sicuramente anche Paul Scholes.
L’ex centrocampista dei Red Devils, dopo aver definito qualche settimana fa Josè Mourinho un allenatore che “non fa altro che disonorare il club”, in una recente intervista rilasciata a Espn è tornato a parlare della sua ex squadra, lanciando ancora una volta delle stoccatine indirizzate al tecnico portoghese (anche se non lo ha menzionato direttamente), soprattutto quando ha detto che, nella situazione in cui versa attualmente il team, “anche Messi farebbe male”, aggiungendo che ormai tutti i nuovi acquisti manifestano difficoltà di adattamento e ambientamento al di là delle loro capacità e caratteristiche tecniche.
Inoltre, parlando di alcuni elementi dell’organico, Scholes ha aggiunto che Mata finché verrà schierato sulla destra non potrà mai esprimere al meglio le sue potenzialità, mentre Alexis Sanchez per lui è stato un acquisto inutile perché è un “egoista” che pensa a giocare solo per se stesso, non sacrificandosi per tutta la squadra né per i compagni. Naturalmente, “Silent Hero” ha voluto anche chiarire le sue affermazioni su Messi, sottolineando di non essere affatto un denigratore dell’asso del Barcellona che, anzi, secondo lui è un “calciatore che ha tutto”. Infine ha detto che, per caratteristiche, oggi si rivede in centrocampisti come Luka Modric e Toni Kroos del Real Madrid.
Paul Scholes, durante l’intervista, ha avuto modo anche di raccontare qualche curioso aneddoto relativo alla sua carriera da calciatore. Ad esempio, ha ricordato che prima di diventare una delle colonne portanti del Manchester United di Alex Ferguson, da ragazzo si fermava spesso a bere con gli amici, soprattutto dal giovedì alla domenica, e in alcuni casi anche la sera prima di scendere in campo. Queste cattive abitudini, però, le ha abbandonate dopo essere stato convocato per la prima volta nell’Under 21 dell’Inghilterra, quando ha deciso di iniziare a comportarsi come un vero professionista e non più “come un tifoso normale”.
Patrizia Gallina