L’Accademia della Crusca si è pronunciata di recente a favore di alcune espressioni che, nel parlato, solitamente sono legate soprattutto all’Italia meridionale, e che di solito tendono ad associare il complemento oggetto a verbi intransitivi quali “sedere” o “uscire”. In molti, infatti, di recente si sono rivolti alla massima istituzione di linguistica italiana, chiedendo se fosse lecito o meno costruire e pronunciare frasi del tipo “Siedi il bambino” o “Esci il cane”.
Stando alle regole tradizionali della grammatica italiana, i verbi di movimento (intransitivi per definizione) non andrebbero mai legati ad un complemento oggetto. Nonostante ciò, l’Accademia della Crusca ha deciso di considerare accettabili e di riabilitare alcune espressioni che si utilizzano soprattutto nel Sud Italia quali “Esci i panni” o “Scendi il bambino”. Gli esperti, infatti, hanno spiegato che il ricorso all’associazione tra verbi di moto e oggetto diretto in affermazioni regionali e popolari ha, di fatto, una sua “efficacia e sinteticità espressiva” che può andare anche oltre i ben noti limiti grammaticali e sintattici.
Allo stesso tempo, però, gli studiosi ci hanno tenuto a sottolineare come non si tratti di un’apertura o concessione al parlato meridionale (dunque nessuna discriminazione, ad esempio, verso i dialetti del Nord), ma che siamo in realtà di fronte a delle espressioni che richiamano situazioni che si verificano soprattutto in ambito domestico e che sono legate ad una certa urgenza come, ad esempio, quando si deve mettere a sedere un bambino che sta piangendo. Dunque, di fronte all’immediatezza di queste azioni, si può chiudere un occhio e avere maggiore flessibilità nel ricorso a frasi che fino a poco tempo fa venivano definite assolutamente errate.
Il via libera dell’Accademia della Crusca non si rivolge solo al verbo “sedere”, ma anche ad altre frasi che comprendono “uscire”, “entrare”, con il complemento oggetto, dunque non sarebbe più sbagliato dire “Scendi il bimbo dalla nonna” o “Entra il cane”. Vittorio Coletti, socio dell’istituzione linguistica, ha dichiarato che siamo di fronte a dei costrutti che ormai fanno parte del linguaggio comune e che, per questa ragione, non possono essere sconsigliati a priori.
Patrizia Gallina