Condannato il “disturbatore” televisivo, Gabriele Paolini, a cinque anni di prigione in via definitiva con sentenza della Cassazione. Nelle prossime ore andrà in carcere.
I reati sono induzione alla prostituzione minorile, produzione di materiale pedopornografico e tentata violenza sessuale su minore.
La vicenda
La vicenda risale al 2013 e riguarda una relazione che Gabriele Paolini aveva all’epoca con un ragazzo di 17 anni.
In particolare gli inquirenti lo accusavano di avere indotto alcuni minorenni ad avere rapporti sessuali con lui in cambio di denaro e regali vari.
“Come difesa dico che è stata un’occasione perduta da parte dell’ordinamento giuridico italiano – dice l’avvocato Lorenzo La Marca – in cui vi è una discriminazione in base all’orientamento sessuale“.
Paolini nel novembre del 2013 era finito in carcere, poi tornato libero dopo qualche mese ma con l’obbligo di portare il braccialetto elettronico.
Avanzando la richiesta a 6 anni di reclusione per Paolini, il pm Claudia Terracina aveva sottolineato, tra l’altro, come l’uomo avesse corrisposto somme di denaro convincendo i ragazzi anche a filmare i rapporti sessuali.
Chi è Gabriele Paolini
Gabriele Paolini era noto alle cronache per essere un disturbatore tv, un personaggio che prendeva di mira i giornalisti durante le loro dirette.
Con le sue incursioni ha anche prodotto una sorta di mini documentario in cui ha inserito una carrellata di comparsate collezionate durante dirette in esterni di tg e programmi televisivi, tra offerte di preservativi, e proteste in mutande con tanto di megafono.
Paradossalmente, la vendita di questo film avrebbe dovuto portare fondi a una Onlus che si occupava della tutela dei bambini e la lotta contro la pedofilia.
Storiche rimarranno le litigate – spesso sfociate in denunce per interruzione di pubblico servizio – di giornalisti.
Uno su tutti: Paolo Frajese del Tg1 che arrivò a inseguirlo per prenderlo a calci nel sedere nel 1998.
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