La Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha indirizzato al Dipartimento di Giustizia americano una lettera sul caso di Chico Forti, attualmente recluso in un penitenziario della Florida.
Marta Cartabia è tornata ad occuparsi del caso, chiedendo l’interessamento personale dell’attorney general, nell’auspicio che l’uomo possa essere trasferito quanto prima in Italia.
Chico Forti: i ritardi burocratici
Al centro dei ritardi ci sarebbe una questione burocratica. I documenti non sarebbero mai arrivati in Italia.
Secondo lo zio, “senza questi documenti Chico non può rientrare. Dall’annuncio del ministro Di Maio sembrava che sarebbero passate poche settimane, lo aspettavamo il 14 febbraio per il compleanno della mamma che ha compiuto 93 anni, poi a Pasqua, infine a maggio. Invece, ancora niente. Siamo fermi al palo“.
La Farnesina aveva già risposto alla famiglia Forti, sottolineando che “quella relativa al trasferimento in Italia è una procedura complessa“.
Detenuto in Florida per l’omicidio di Dale Pike
“L’ultima mail di Chico Forti è della settimana scorsa: si trova ancora in un carcere statale della Florida. Per l’estradizione in Italia deve essere prima trasferito in una prigione federale dal Dipartimento di giustizia americano“, dice lo zio.
“Se il governo italiano non sollecita gli americani, loro di certo non si fanno prendere dalla fretta. Ormai le mail di Chico arrivano a singhiozzo. Nell’ultima, a parte cose personali, ha scritto che ha piena fiducia che le istituzioni italiane accorceranno il più possibile la sua attesa. Ma si capisce che è una situazione atroce“.
Nel febbraio del 1998 Dale Pike viene trovato assassinato sulla spiaggia di Sewer Beach, Miami. Chico viene accusato e processato.
Il 15 giugno 2000 l’ex produttore televisivo e velista è stato condannato all’ergastolo per un delitto del quale si è sempre professato innocente.
“Non conoscevo Dale, non avevo motivi per eliminarlo” ha sempre detto Chico Forti.