Roberta Ragusa: la difesa di Antonio Logli vuole riaprire il caso dopo 10 anni

Roberta Ragusa è scomparsa circa dieci anni fa, nella notte fra il 13 e il 14 gennaio. Per il suo omicidio è stato arrestato e condannato il marito, Antonio Logli, accusato anche di occultamento di cadavere. Per la Corte di Cassazione questa tragedia si è ormai conclusa con l’arresto, ma per la difesa di Logli il caso va riaperto, alla luce di alcune nuove prove raccolte. Per questo un’istanza di revisione alla Corte d’appello di Genova verrà presentata in questi giorni dall’avvocato Andrea Vernazza e dalla criminologa Anna Vagli.

Vagli, in qualità di consulente tecnico della difesa, ha ricevuto mandato di svolgere – insieme a Vernazza e alla Dottoressa Teresa Accetta, genetista forense – indagini atte a riaprire il caso. Il punto centrale dell’istanza di revisione gira intorno ad un nuovo testimone chiave, come spiegato dalla criminologa alle pagine di Fanpage.it: “Dopo quasi un anno di attività investigativa siamo pronti al deposito della relativa istanza. Essa si baserà in maniera principale su di un nuovo testimone chiave, capace di mettere in discussione l’intero impianto accusatorio, e su alcuni elementi rinvenuti in seguito a un’attività di sopralluogo svolta la scorsa estate nella soffitta di casa Logli. Il testimone in parola ci ha rivelato di aver ricevuto una confessione importante da parte di Loris Gozi. Quest’ultimo gli avrebbe infatti raccontato di non aver visto Logli la sera della scomparsa della Ragusa. A nostro avviso, quindi, il nostro teste è in grado di mettere in crisi l’impianto accusatorio e, a differenza di quello di cui si è servito la procura, non è tardivo. Appena ricevuta la confessione, infatti, ha redatto un memoriale con data in calce e lo ha immediatamente consegnato al suo avvocato.” L’uomo – attualmente in carcere – avrebbe atteso di essere trasferito prima di testimoniare contro un altro detenuto, per non incappare in ritorsioni.

Durante la perquisizione in casa di Roberta Ragusa sarebbero poi stati ritrovati dei diari nei quali la donna manifestava la volontà di allontanarsi da casa poichè non si sentiva apprezzata nè dal marito nè dai figli. La difesa, quindi, continua a portare avanti la tesi dell’allontanamento volontario e a ritenere che Ragusa potrebbe essere ancora viva. Secondo la genetista Acetta, infatti, “non c’è alcuna prova scientifica o testimoniale che dimostri, oltre ogni ragionevole dubbio, che la sig.ra Ragusa sia deceduta. Nessuna soprattutto che attesti che il Sig. Logli sia colpevole di omicidio e occultamento di cadavere. L’assenza di prove è una prova stessa”.