I legali di Sabrina Misseri avevano provato a convincere i giudici della Suprema Corte che la ragazza non è più un pericolo per la società e possa essere destinata alla sola detenzione domiciliare. A decidere che la 23enne condannata all’ergastolo resti in prigione, però, è stata la prima sezione penale della Cassazione, che ha rigettato il ricorso dei legali della ragazza. La difesa di Sabrina Misseri ha fatto ricorso in virtù di una presunta mitezza che farebbe parte della ragazza, la quale si sarebbe lasciata andare alla furia omicida solo nei confronti della cugina.
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“Si è sempre detto che si è trattato di un omicidio di impeto“, fa notare l’avvocato Coppi, “anche per questo le esigenze cautelari sono cessate, non si capisce come un delitto di impeto possa essere reiterato.” Al ricorso presentato dall’avvocato insieme con il collega, entrambi a difesa della ragazza, si era opposto il pg della Cassazione, Antonio Gialanella. Ad averla avuta vinta è stato proprio quest’ultimo: l’assassina di Sarah Scazzi resterà in carcere e sconterà l’ergastolo come previsto.
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Sarah Scazzi è stata la vittima dell’ormai conosciutissimo delitto di Avetrana, avvenuto il 26 agosto del lontano 2006 nella cittadina. Insieme a Sabrina Misseri, va ricordato, sono stati condannati anche la madre, Cosima Serrano, ed il padre, Michele Misseri. La donna ha ricevuto la stessa condanna in primo grado della figlia, accusata anch’ella dell’omicidio di Sarah, mentre l’uomo deve scontare 8 anni per soppressione di cadavere.