Yara, perizia su dna: “Nessun errore, la ginnasta lottò con Bossetti”

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La perizia sul dna trovato sul cadavere di Yara Gambirasio, rimandata già una volta per effettuare le verifiche più opportune, ha dato i suoi frutti. Il risultato delle analisi effettuate sugli slip ed i leggings che la ginnasta indossava al momento della morte prova almeno il coinvolgimento di Massimo Bossetti nel caso di sparizione/omicidio della giovane. Infatti, i Ris hanno recuperato da quei capi d’abbigliamento alcune tracce di sangue che appartengono a vittima e carnefice: il dna delle tracce ematiche combacia sia con quello di Yara, che con quello di Bossetti.

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C’è di più: i pm ora sospettano che l’uomo abbia addirittura lottato con la 13enne, colluttazione dalla quale sarebbe scaturita la macchia di sangue che ha tinto gli abiti indossati da Yara prima di morire. Lo prova, come scritto nella relazione tecnico-scientifica consegnata alla procura, che la traccia ematica sua “isolata in un’area attigua a uno dei margini degli indumenti recisi con un’arma da taglio“. Non può, dunque, essersi trattato di un incidentale “maneggiamento”, come si legge nella relazione.

Il pm Laura Ruggieri ha proseguito con alcune dichiarazioni circa quanto emerso dalla perizia, specificando che: “E’ verosimile pensare che l’assassino, nel maneggiare uno strumento da punta e taglio, con una lama di almeno due centimetri di lunghezza e due millimetri di spessore e con una possibile copertura di titanio, si sia ferito.” lungo questa pista, sarà inevitabile sovrapporre Massimo Bossetti, scoperto pochi mesi fa essere il tanto ricercato “Ignoto 1“, alla figura del carnefice di Yara Gambirasio.

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Attualmente, tuttavia, i legali di Bossetti hanno chiesto che la perizia sul dna in questione venga nuovamente effettuata per ottenere un’eventuale smentita degli attuali risultati. Ciò non potrà avvenire poiché le tracce analizzate, già di dimensioni esigue e scarsa qualità, sono state interamente esaurite con le prime analisi. Peraltro, l’esito resta inconfutabile, dato che la perizia è stata svolta ben 4 volte da altrettanti laboratori differenti e dunque si può considerare come fosse stato ripetuto lo stesso numero di volte.