Il pronostico della vigilia è stato ampiamente rispettato: sarà “Il Capitale Umano” di Paolo Virzì a rappresentare la nostra Nazione alla prossima cerimonia degli Oscar che si terrà il 22 febbraio 2015 a Los Angeles. La pellicola – affresco di vizi e virtù di alcune famiglie “bene” della Brianza – dovrà in realtà superare una preselezione per entrare di diritto nella cinquina che concorrerà alla statuetta come Miglior Film Straniero. La meta è ancora lontana per Paolo Virzì, ma essere il candidato italiano all’ agognata corsa agli Academy è già un primo traguardo importante, specialmente dopo l’ Oscar assegnato lo scorso anno a Paolo Sorrentino e alla sua “Grande Bellezza”.
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“Ringrazio tutti e sono molto onorato – ha commentato il regista Paolo Virzì dopo aver appreso la notizia – E’ una grande responsabilità quella di rappresentare il nostro paese in un momento così complicato e così vivo del nostro cinema”. Nonostante la sua vittoria fosse quasi scontata, “Il Capitale Umano” ha sbaragliato comunque una concorrenza di tutto rispetto, in primis Ferzan Ozpetek con il suo “Allacciate le cinture” e la pellicola diretta da Carlo Verdone “Sotto una buona stella”. Ora tutto è nelle mani della speciale Commissione dell’ Academy che il prossimo 15 gennaio renderà ufficiale la “fab five” che concorrerà al riconoscimento di Miglior Film Straniero. Gli avversari da battere per Paolo Virzì si chiameranno Xavier Dolan dal Canada, Nuri Bilge Ceylan dalla Turchia e, soprattutto, i fratelli Dardenne dal Belgio. Il regista, per nulla intimorito, spera di bissare il successo dello scorso anno ottenuto da Sorrentino, forte anche dei numerosi riconoscimenti ottenuti nel Bel Paese: 7 David di Donatello, 7 Nastri d’Argento, 4 Ciak d’ Oro e un Globo d’ Oro.
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Più forte delle aspre critiche che il lungometraggio di Virzì ha sollevato (soprattutto negli abitanti della Brianza, feriti dal grottesco ritratto che il cineasta avrebbe fatto dei propri concittadini), “Il Capitale Umano” mostra l’ altra faccia dell’ Italia perbene, così come si era già visto, lo scorso anno, ne “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino. Il pubblico italiano e straniero pare quindi gradire particolarmente il lato sporco del Tricolore. Una magra consolazione se pensiamo che, nel lontano 1999, fu Roberto Begnini a sbancare il Dorothy Chandler Pavilion di Los Angeles con “La vita è bella”, apologia dei buoni sentimenti ambientata nell’ Italia Fascista. Merito de “Il Capitale Umano”, però, è anche quello di aver mostrato i punti deboli non solo dei ricchi “borghesucci” di Brianza, ma anche di chi ambisce ad una, per certi versi, macabra scalata sociale, a discapito di chi, invece, con fatica siede sui gradini più bassi di questa ideale piramide.
Virzì riesce benissimo in questo intento, anche grazie ad un cast brillante, che alterna grandi glorie del cinema nostrano con giovani volti meno noti, che danno un tocco di freschezza e dei quali, è garantito, sentiremo ancora parlare nell’ ambiente cinematografico italiano: Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio Gifuni, Valeria Golino, Matilde Gioli e Guglielmo Pinelli.
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