“L’epidemia di Ebola in Africa è senza precedenti dai tempi dell’Aids”, queste le parole di Thomas Frieden, capo del Cdc (Centers for Disease Control and Prevention, ndr) di Atlanta e punto di riferimento a livello mondiale per il controllo delle malattie infettive. L’annuncio sembra essere un campanello d’allarme per una possibile catastrofe sanitaria in tutto il pianeta.
I numeri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, però, sembrano smentire le voci provenienti da New York: le persone contagiate dall’Hiv in tutto il globo sono circa 34 milioni mentre quelle che hanno contratto l’Ebola sono circa 8 mila. “La guerra a Ebola – ha detto il capo del Centro per il Controllo delle Malattie di Atlanta durante un incontro organizzato dalla Banca Mondiale a New York – sarà lunga. L’unica cosa paragonabile a questa epidemia, nel corso dei miei trent’anni di lavoro nella Sanità Pubblica, è stato l’Aids”.
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In realtà, analizzando con precisione i dati forniti dall’Oms, i dati forniti dal Cdc non sono del tutto veritieri ed il confronto tra Hiv ed Ebola non regge. Attualmente, infatti, i malati di Aids sono circa 34 milioni: circa 3 milioni di nuove infezioni e 2 milioni di decessi all’anno. Le persone decedute, dal momento dell’individuazione del virus (venticinque anni fa, ndr), sono state 25 milioni e coloro che l’hanno contratto sono circa 60 milioni.
L’Ebola, invece, ha colpito finora 8.033 persone e sono stati registrati 3.865 decessi: la mortalità è quindi inferiore al 50%. Le proiezioni, però, sono preoccupanti visto che si parla di circa 20 mila casi nel giro di poche settimane e, se non si dovesse “isolare” l’Africa dal resto del mondo, si potrebbe giungere alla cifra di un milione di contagiati per l’inizio del 2015. “Il mondo – secondo Frieden, lo scienziato che sta studiando l’epidemia nel comando del Center for Disease Control in Georgia – dovrà lavorare più velocemente possibile per far sì che l’emergenza Ebola non diventi il prossimo Aids”.
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“Siamo in presenza di due malattie profondamente diverse – dicono gli esperti dall’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma, punto di riferimento per l’Infettivologia in Italia ed in Europa – Ebola ha una evoluzione estremamente rapida e i sintomi sono manifesti. Per di più il paziente, se riesce a sopravvivere alla fase acuta, guarisce completamente e non può più infettare nessuno”.
L’Hiv, invece, risulta essere un virus molto più insidioso: “Può restare silente per anni – fanno sapere dal San Gallicano, l’altro ospedale romano in prima linea nel monitoraggio delle malattie infettive – Le persone contagiate, inoltre, possono apparire completamente sane e finora non esiste una cura. I farmaci antiretrovirali hanno enormemente rallentato la progressione dell’infezione verso l’Aids conclamata. Ma il passaggio da una persona all’altra, essendoci di mezzo i rapporti sessuali, può avvenire in modo insidioso. I trentaquattro milioni di contagiati nel mondo sono tutti in grado di trasmettere la malattia perché vivono a lungo. Ebola, da questo punto di vista, è più crudele ma meno esplosivo: o si muore o si guarisce. Il che esclude che il paziente possa costituire una bomba epidemiologica nel lungo periodo. Ecco perché un paragone tra le due cose sembra un po’ azzardato se non allarmistico”.