Don Dino, il prete di Fiumicino accusato di sfruttamento della prostituzione minorile e pedopornografia in merito a un giro di baby gigolò alla Stazione Termini di Roma, respinge ogni accusa a suo carico. Il suo arresto è avvenuto in flagranza di reato vista l’enorme quantità di foto illegali, circa 1.700, salvate sul proprio computer: la Polizia Postale, però, ammette di aver trovato oltre 40mila file.
Il prese si difende cercando di dipingersi come un artista benefattore: “Si era sparsa la voce che sono bravo a scattare foto di nudi. Così diversi ragazzini mi hanno chiesto di realizzare dei book per sfondare nel cinema erotico. Mi sono prestato, credendo di aiutarli. Ma non mi sono mai spinto oltre, non ho mai sfiorato un bambino, mai preso dei soldi”. Poi è spuntata un altro macabro particolare: il prete avrebbe riscritto la Bibbia in chiave erotica in cui, al post degli apostoli, vi sono 12 bambini.
Il Tempo pubblica anche un racconto choc fatto da un bambino rom minorenne ai pm: “So’ andato tante volte con lui. Una volta mi ricordo al binario 13 sul treno, due-tre volte a Roma Tiburtina, dove ci stanno quei bagni a pagamento”. Secondo le ultime analisi, il giro di prostituzione non si limitava alla sola Stazione Termini: venivano usati anche i bagni pubblici della metro Piramide e Tiburtina oppure quelli della stazione di Aprilia, Nettuno e Albano.