GB: italiana partorisce, ma i servizi sociali inglesi prendono la bambina

partocesareo

Londra. E’ attualmente in corso una disputa diplomatica tra Italia e Regno Unito per il sequestro di una neonata da parte dei servizi sociali inglesi, che hanno sottratto la piccola ad un’italiana subito dopo il parto e senza il suo consenso. La donna, la cui identità non è stata resa pubblica, si era recata in Inghilterra per partecipare a un corso di addestramento presso l’aeroporto londinese di Stansted. Tuttavia, una sera ha avuto un malore, poiché, non è chiaro se intenzionalmente o no, non aveva assunto i farmaci che le permettevano di tenere sotto controllo le saltuarie crisi da disturbo bipolare, malattia di cui soffre, che spesso alterna profondi stati depressivi ad umori totalmente opposti. Chiamata la polizia, la donna è passata alla custodia dei servizi sociali, che l’hanno fatta ricoverare in un’ospedale psichiatrico: solo al proprio risveglio e dopo essersi ripresa dalla crisi avuta la sera prima, l’italiana si è resa conto di dove si trovasse ed ha saputo che senza il suo consenso il personale medico l’aveva sedata ed operata per il parto cesareo. La sua bambina, però, non l’ha ancora vista e non si sa se la vedrà mai. La disputa diplomatica ora in corso, che rischia di minare seriamente i rapporti tra Italia e Regno Unito, nasce proprio dal fatto che i servizi sociali inglesi hanno sottratto alla donna la nascitura e l’hanno messa a disposizione delle famiglie inglesi in cerca di adozione, procedura del tutto non autorizzata.

Una volta tornata in patria, la donna è tornata nuovamente in Inghilterra per chiedere legalmente l’affidamento della sua legittima figlia, presso la Chelmsford Crown Court, ma senza successo: nonostante il giudice abbia ammesso che le condizioni psico-fisiche della donna avrebbero potuto favorire una decisione positiva nei suoi confronti, è stata sottolineata la preoccupazione che le crisi maniaco-depressive potessero tornare e che, quindi, l’italiana non sarebbe stata come minimo in grado di occuparsi della bambina, senza contare il rischio che questa recasse danno alla bambina appena nata. Anche i legali inglesi che sono stati coinvolti nella disputa diplomatica hanno confermato che i servizi sociali hanno agito per il bene della bambina e che la madre non era stata ritenuta “capace” di assolvere al proprio ruolo e di prendere in custodia la bambina. Dall’Italia arrivano tanti dubbi legali, soprattutto sul motivo per cui sia stato deciso di affidare la nascitura a famiglie inglesi, piuttosto che a parenti italiani: addirittura, un amico della donna residente in America si era offerto di prendere in custodia la piccola per il tempo necessario agli accertamenti sulla donna stessa. Inoltre, uno stesso esperto del Diritto di Famiglia inglese ha dichiarato al Daily Telegraph il proprio disappunto verso un modo d’agire “altamente insolito” per la giustizia inglese: egli ha fatto presente che non è il primo caso, questo, in cui i servizi sociali britannici hanno peccato di eccesso nel proprio intervento e che spesso si sono dimostrati troppo rigidi o troppo lascivi verso questo tipo di questioni in cui l’incolumità dei bambini costituiva la problematica maggiore. Quest’approccio si è manifestato anche quando sono state chiesti maggiori dettagli sull’identità della donna e sull’intera vicenda, quando i legali inglesi hanno risposto di “non poter rilasciare alcun commento in base alle leggi britanniche, per la natura confidenziale del procedimento.”