O’Malley ci tiene a sottolineare che la decisione del Papa è in perfetta linea di continuità con quanto fatto da Benedetto XVI che in più occasioni, durante i suoi viaggi internazionali, aveva incontrato le vittime della pedofilia e aveva ascoltato le loro drammatiche storie. Oltre alla protezione e al sostegno, la commissione, avrà il ruolo di fare proposte al Papa per migliorare la protezione dell’infanzia e consolidare sempre più la prevenzione. Ha infatti precisato: “Fra le possibili responsabilità della commissione ci saranno le linee guida per la protezione dei bambini, lo sviluppo ed estensione di norme, procedure e strategie per la protezione dei bambini e la prevenzione di abusi sui minori; programmi di formazione per bambini, genitori, tutti coloro che lavorano con minori, di catechisti, la formazione di seminaristi, la formazione permanente dei sacerdoti; protocolli per la sicurezza dell’ambiente, codici di condotta professionale, attestazione di idoneità al ministero sacerdotale, screening e controllo della fedina penale, stato dell’azione delle richieste di valutazione psichiatrica; cooperazione con le autorità civili, segnalazione dei reati, attenzione alle leggi civili, comunicazioni riguardanti il clero dichiarato colpevole; pastorale in supporto delle vittime e dei familiari, assistenza spirituale, servizi di salute mentale; collaborazione con esperti nella ricerca e sviluppo della prevenzione degli abusi sui minori, psicologia, sociologia, scienze giudiziarie; collaborazione con vescovi e superiori religiosi, ottimizzazione della procedura, attuazione di leggi e linee guida, rapporto con i fedeli e con i mezzi di comunicazione; incontri con le vittime; supervisione e recupero dei chierici colpevoli di abusi”.
La posizione di Benedetto XVI era stata sintetizzata dall’ex Sant’Uffizio con una lettera inviata agli episcopati di tutto il mondo il 3 maggio 2011. Il documento, premettendo che “l’abuso sessuale di minori non è solo un delitto canonico, ma anche un crimine perseguito dall’autorità civile”, avvisava i vescovi che “è importante cooperare con le autorità civili per quanto riguarda il deferimento di crimini sessuali”. Tuttavia non tutti gli episcopati hanno ancora recepito e messo in atto questo aspetto. Ed è questa la sfida che attende ora Papa Francesco
Fonti: ilfattoquotidiano