Scandalo doping in Russia. Putin: “Accuse infondate”

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“Se ci sono delle accuse allora devono essere sostenute da qualche prova, finché non si sono sentite le prove è difficile percepire le accuse, sono infondate“. E’ con questa lapidaria dichiarazione, resa nota dal suo portavoce Dmitri Peskov, che Vladimir Putin ha commentato lo scandalo doping che nelle ultime ore ha scosso non solo la Russia, ma il Mondo intero.

Tutto ha avuto inizio quando la Wada, ovvero l’Agenzia Mondiale Antidoping, ha annunciato la sospensione con effetto immediato del laboratorio antidoping della Russia accusato di aver manomesso alcune provette.  Le prove sarebbero raccolte in una pubblicazione, un report stilato dalla commissione d’inchiesta dell’Agenzia Wada, che accusa la Russia di dopare i propri atleti. Il laboratorio di Mosca è quindi costretto ad interrompere qualsiasi attività in corso, dalle analisi del sangue a quelle delle urine, ed i campioni della nazionale saranno “smistati” in altri laboratori decisi ed accreditati dalla stessa Wada.

La Russia non ci sta, respinge fermamente le accuse di doping e si prepara a fare ricorso.  Valentin Balakhniciov, ex presidente della Federatletica Russa, è deciso a ricorrere al Tribunale Sportivo di Arbitrato, mentre la Wada prepara una commissione disciplinare destinata a studiare il caso doping in Russia. Caso “inconsistente” secondo Balakniciov, mentre Vladimir Uiva, a capo dell’Agenzia Medico-Biologica della Russia, sostiene che dietro al report stilato dalla Wada ci sia una motivazione esclusivamente politica. “Solo dopo aver esaminato il rapporto potremo dare le nostre valutazioni e definire le nostre azioni”, dichiara invece Nikita Kamaiev, direttore dell’Antidoping russo.

Intanto, la Wada ha chiesto alla Iaaf di sospendere gli atleti russi da tutte le competizioni sportive di atletica leggera, accusando  la Russia di intimidazioni verso il laboratorio di Mosca e di aver manipolato alcune provette per le analisi antidoping durante le scorse Olimpiadi Invernali di Sochi. Pare, inoltre, che l’ex Presidente Iaaf Lamine Diack sia accusato di aver accettato tangenti per insabbiare i casi di doping degli atleti della Russia. Se tutte le accuse a carico della Russia fossero provate, gli atleti  di Putin rischierebbero di saltare per due anni tutte le competizioni a partire dalle prossime Olimpiadi di Rio.